Le specie rare

Il concetto di rarità è legato alla diffusione di una specie sul territorio. Tuttavia, questo concetto non può prescindere dalla scala geografica di riferimento. Esistono specie rare solo a livello locale, pur avendo una distribuzione ampia: un esempio ne è Dictamnus albus, specie diffusa dalla Spagna all'Asia centrale e presente in tutte le regioni d'Italia, ma conosciuta solo per poche località nel Parco Nazionale della Maiella. Vi sono specie rare a livello regionale, come per esempio Frangula alnus, un piccolo albero dei boschi paludosi diventato rarissimo in Abruzzo a causa della scomparsa quasi totale di questi ambienti. La rarità può essere poi a livello nazionale, come è il caso di Cypripedium calceolus, una bella orchidea che, sebbene presenti un'ampia distribuzione in tutte le zone fredde e temperato-fredde dell'Eurasia, è conosciuta solo in poche località della penisola italiana.

Rientrano tra le specie rare: le specie cosiddette "relitte", cioè quelle un tempo maggiormente diffuse e oggi molto localizzate, come i relitti glaciali che hanno avuto un'ampia diffusione durante le glaciazioni quaternarie ed ora sono relegati alle quote più elevate; le specie endemiche ed in particolare le steno-endemiche, cioè quelle presenti soltanto in una porzione molto ristretta di territorio; le specie che vivono in ambienti a rischio di scomparsa come le zone umide, i boschi planiziali, i boschi vetusti.

Le specie rare sono quelle a maggior rischio di estinzione e, poiché maggiormente sensibili ai cambiamenti ambientali, risultano essere ottimi indicatori della biodiversità.