Ofride ausonia
Ophrys ausonia Devillers, Devillers-Tersch. & P.Delforge
Sinonimi: Ophrys araneola Rchb. subsp. ausonia (Devillers, Devillers-Tersch. & P.Delforge) Kreutz; Ophrys tommasinii auct. Fl. Ital.
R (rara)
L’ofride ausonia è un endemismo subtirrenico a distribuzione circoscritta tra Lazio e Abruzzo. Cresce in praterie aride, incolti, talora anche ai margini di boschi ed arbusteti, in stazioni soleggiate, su substrato calcareo aride, tra 600 e 1200 m.
Etimologia: il nome generico in greco significa ‘sopracciglio’, forse da una pianta citata da Plinio che produceva una tintura per le sopracciglia, o per la pelosità del labello; il nome specifico si riferisce agli Ausoni, antica popolazione del Basso Lazio.
Descrizione: Pianta con 2 (-3) tubercoli ovoidi, piuttosto esile, alta fino a 50 cm, con foglie in gran parte disposte in rosetta basale, spesso secche alla fioritura. Brattee fiorali fogliacee, più lunghe dell’ovario; infiorescenza con numerosi fiori piccoli, che si decolorano rapidamente dopo l’antesi, impollinati soprattutto da imenotteri del genere Andrena. Tepali esterni di colore verde con toni olivastri o giallastri, ovali-lanceolati; tepali interni lunghi almeno la metà di quelli esterni, più o meno concolori ad essi, di forma oblunga-lanceolata, più o meno ondulati, a bordi paralleli ed estremità tronca. Labello piccolo, intero o subintero, ovale o tondeggiante, a bordi rialzati, non gibboso, con folta pelosità submarginale; macula molto grande, con disegni semplici; cavità stigmatica piccola, stretta alla base, concolore al campo basale ed al labello; apicolo ridottissimo; ginostemio inclinato ad angolo acuto sul labello, con rostro corto, acuto. Sperone assente, ovario non ritorto, glabro e sessile.
Forma biologica: geofita bulbosa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Sinonimi: Ophrys araneola Rchb. subsp. ausonia (Devillers, Devillers-Tersch. & P.Delforge) Kreutz; Ophrys tommasinii auct. Fl. Ital.
R (rara)
L’ofride ausonia è un endemismo subtirrenico a distribuzione circoscritta tra Lazio e Abruzzo. Cresce in praterie aride, incolti, talora anche ai margini di boschi ed arbusteti, in stazioni soleggiate, su substrato calcareo aride, tra 600 e 1200 m.
Etimologia: il nome generico in greco significa ‘sopracciglio’, forse da una pianta citata da Plinio che produceva una tintura per le sopracciglia, o per la pelosità del labello; il nome specifico si riferisce agli Ausoni, antica popolazione del Basso Lazio.
Descrizione: Pianta con 2 (-3) tubercoli ovoidi, piuttosto esile, alta fino a 50 cm, con foglie in gran parte disposte in rosetta basale, spesso secche alla fioritura. Brattee fiorali fogliacee, più lunghe dell’ovario; infiorescenza con numerosi fiori piccoli, che si decolorano rapidamente dopo l’antesi, impollinati soprattutto da imenotteri del genere Andrena. Tepali esterni di colore verde con toni olivastri o giallastri, ovali-lanceolati; tepali interni lunghi almeno la metà di quelli esterni, più o meno concolori ad essi, di forma oblunga-lanceolata, più o meno ondulati, a bordi paralleli ed estremità tronca. Labello piccolo, intero o subintero, ovale o tondeggiante, a bordi rialzati, non gibboso, con folta pelosità submarginale; macula molto grande, con disegni semplici; cavità stigmatica piccola, stretta alla base, concolore al campo basale ed al labello; apicolo ridottissimo; ginostemio inclinato ad angolo acuto sul labello, con rostro corto, acuto. Sperone assente, ovario non ritorto, glabro e sessile.
Forma biologica: geofita bulbosa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Foto di: Giampaolo Picone
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