Elleborine palustre
Epipactis palustris (L.) Crantz
Sinonimi: Epipactis longifolia All.; Helleborine palustris (L.) Schrank; Serapias helleborine L. var. palustris L.
R (Rara)
L’elleborine palustre è una specie a distribuzione circumboreale, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in ambienti umidi, come sponde e greti fluviali, acquitrini, incolti umidi e praterie inondate, su suoli limosi almeno periodicamente imbibiti d’acqua, ricchi in basi, dalle quote più basse alla fascia montana.
Etimologia: il nome generico, quello di una pianta citata da Dioscoride, è di etimologia incerta; il nome specifico si riferisce al suo legame agli ambienti umidi.
Descrizione: pianta con rizomi stoloniferi portanti anche più di un fusto, alta 20-60 cm. Foglie in numero di 4-10, più o meno strettamente lanceolate, carenate, le superiori bratteiformi. Brattea inferiore non più lunga del fiore. Infiorescenza quasi unilaterale, lassa, pubescente, con 7-20 fiori grandi, orizzontali o penduli, allogami. Tepali esterni lanceolati, da verdastri a violacei, pubescenti, lunghi fino a 13 mm, i laterali aperti. Tepali interni un po’ più brevi, glabri, bianchi, roseo-porporini alla base. Labello diviso da una strozzatura in una parte posteriore (ipochilo) e una parte anteriore (epichilo). Ipochilo bianco con strie rossso-violacee; epichilo ampio, bianco, a margine fortemente ondulato, con 2 creste giallo-arancio alla base. Ovario lungo, fusiforme, su un lungo peduncolo, entrambi pubescenti e porporino-violacei.
Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Sinonimi: Epipactis longifolia All.; Helleborine palustris (L.) Schrank; Serapias helleborine L. var. palustris L.
R (Rara)
L’elleborine palustre è una specie a distribuzione circumboreale, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in ambienti umidi, come sponde e greti fluviali, acquitrini, incolti umidi e praterie inondate, su suoli limosi almeno periodicamente imbibiti d’acqua, ricchi in basi, dalle quote più basse alla fascia montana.
Etimologia: il nome generico, quello di una pianta citata da Dioscoride, è di etimologia incerta; il nome specifico si riferisce al suo legame agli ambienti umidi.
Descrizione: pianta con rizomi stoloniferi portanti anche più di un fusto, alta 20-60 cm. Foglie in numero di 4-10, più o meno strettamente lanceolate, carenate, le superiori bratteiformi. Brattea inferiore non più lunga del fiore. Infiorescenza quasi unilaterale, lassa, pubescente, con 7-20 fiori grandi, orizzontali o penduli, allogami. Tepali esterni lanceolati, da verdastri a violacei, pubescenti, lunghi fino a 13 mm, i laterali aperti. Tepali interni un po’ più brevi, glabri, bianchi, roseo-porporini alla base. Labello diviso da una strozzatura in una parte posteriore (ipochilo) e una parte anteriore (epichilo). Ipochilo bianco con strie rossso-violacee; epichilo ampio, bianco, a margine fortemente ondulato, con 2 creste giallo-arancio alla base. Ovario lungo, fusiforme, su un lungo peduncolo, entrambi pubescenti e porporino-violacei.
Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Foto di: Giampiero Ciaschetti
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