I boschi
I boschi coprono circa il 39% dell'intera superficie del Parco.Essi rivestono una enorme importanza sotto il profilo ecologico, essendo le formazioni vegetali strutturalmente più evolute e quelle che, almeno fino ad una certa quota, realizzano il massimo grado di naturalità.
Nel Parco è prevalente la foresta temperata di caducifoglie, riconducibile a due tipologie principali:
- boschi misti di latifoglie submediterranee a dominanza di roverella, carpino nero o cerro, che si affermano nelle fasce collinare e submontana, dalle quote più basse fino a circa 1000 m s.l.m.
- boschi di faggio, che costituiscono le formazioni boschive più estese del Parco e si collocano nella fascia montana compresa fra gli 800-900 e i 1800 m s.l.m.
All'interno di questi ambienti trovano rifugio ma anche nutrimento molte specie dal lupo, con i branchi riproduttivi che costruiscono le tane sempre al loro interno, all'elusivo Gatto selvatico ed alla Martora legata ai boschi più maturi e ricchi di prede.
Tra gli uccelli troviamo sia specie come l'astore e il falco pecchiaiolo che costruiscono i loro grossi nidi nelle faggete colonnari e il Picchio Dalmatino e la Balia dal Collare che trovano nei boschi vetusti ricchi di alberi marcescenti il loro nutrimento.
La componente sempreverde è rappresentata, nell'ambito delle formazioni naturali dalle rare pinete di pino nero autoctono che si localizzano in alcuni settori rupestri e da leccete, che si affermano sui pendii acclivi delle quote più basse, formazioni queste che durante la stagione autunnale forniscono una notevole fonte trofica, per varie specie di mammiferi selvatici del Parco tra cui anche il raro Orso bruno marsicano. Piuttosto estesi sono i rimboschimenti a conifere, principalmente a pino nero ma anche con altre specie esotiche che devono essere gradualmente eliminate e sostituite con specie più aderenti alle caratteristiche ecologiche e fitogeografiche dell'area.
Tra gli uccelli troviamo sia specie come l'astore e il falco pecchiaiolo che costruiscono i loro grossi nidi nelle faggete colonnari e il Picchio Dalmatino e la Balia dal Collare che trovano nei boschi vetusti ricchi di alberi marcescenti il loro nutrimento.
La componente sempreverde è rappresentata, nell'ambito delle formazioni naturali dalle rare pinete di pino nero autoctono che si localizzano in alcuni settori rupestri e da leccete, che si affermano sui pendii acclivi delle quote più basse, formazioni queste che durante la stagione autunnale forniscono una notevole fonte trofica, per varie specie di mammiferi selvatici del Parco tra cui anche il raro Orso bruno marsicano. Piuttosto estesi sono i rimboschimenti a conifere, principalmente a pino nero ma anche con altre specie esotiche che devono essere gradualmente eliminate e sostituite con specie più aderenti alle caratteristiche ecologiche e fitogeografiche dell'area.
L'Ente Parco esercita una gestione forestale indirizzata verso un miglioramento strutturale e funzionale dei boschi, oltre ad azioni specifiche finalizzate sia alla previsione, prevenzione e lotta agli incendi, sia alla conservazione e alla diffusione di specie rare.
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