Epipogio
Epipogium aphyllum Sw.
RR (Rarissima)
L'epipogio, o ‘orchidea fantasma', è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente, ma generalmente rara e localizzata, in quasi tutte le regioni dell'Italia continentale (manca in Valle d'Aosta e Umbria). Cresce in boschi montani, su suoli neutri o tendenzialmente acidi, molto ricchi in humus, anche su legno e radici marcescenti. La pianta è saprofita, priva di clorofilla, e in simbiosi micorrizica; non fiorisce ogni anno in quanto la fioritura è condizionata da primavere umide e miti, per cui la pianta può vivere nascosta per molti anni sotto terra riproducendosi vegetativamente tramite i rizomi sotterranei.
Etimologia: il nome generico deriva dal greco ‘epi' (sopra) e ‘pogon' (barba) per il labello rivolto verso alto; il nome specifico allude all'assenza di foglie ben sviluppate, dovuta al saprofitismo. Nel Parco è stata segnalata soltanto due volte, nelle faggete di Palena e di Pacentro.
Descrizione: pianta con rizoma orizzontale, carnoso, coralloide. Fusto cavo e fragile, alto 5-20 cm, senza foglie, da biancastro a giallo-brunastro con sfumature rosso-violacee; brattee membranose, lineari e giallognole come i tepali, più lunghe dell'ovario. Infiorescenza lassa, con pochi fiori penduli, translucidi, nettariferi, non resupinati (labello rivolto verso l'alto, tepali verso il basso). Tepali esterni e interni simili tra loro, giallastri o rosati, lanceolati e canalicolati, più lunghi del labello. Labello biancastro, articolato: epichilo cuoriforme con creste rossastre sulla faccia interna, ipochilo con 2 piccoli lobi laterali. Ginostemio corto e rigonfio, giallastro, con ovario pedicellato e non ritorto. Sperone breve e sacciforme, ascendente e ricurvo.
Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di fioritura: luglio-agosto.
RR (Rarissima)
L'epipogio, o ‘orchidea fantasma', è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente, ma generalmente rara e localizzata, in quasi tutte le regioni dell'Italia continentale (manca in Valle d'Aosta e Umbria). Cresce in boschi montani, su suoli neutri o tendenzialmente acidi, molto ricchi in humus, anche su legno e radici marcescenti. La pianta è saprofita, priva di clorofilla, e in simbiosi micorrizica; non fiorisce ogni anno in quanto la fioritura è condizionata da primavere umide e miti, per cui la pianta può vivere nascosta per molti anni sotto terra riproducendosi vegetativamente tramite i rizomi sotterranei.
Etimologia: il nome generico deriva dal greco ‘epi' (sopra) e ‘pogon' (barba) per il labello rivolto verso alto; il nome specifico allude all'assenza di foglie ben sviluppate, dovuta al saprofitismo. Nel Parco è stata segnalata soltanto due volte, nelle faggete di Palena e di Pacentro.
Descrizione: pianta con rizoma orizzontale, carnoso, coralloide. Fusto cavo e fragile, alto 5-20 cm, senza foglie, da biancastro a giallo-brunastro con sfumature rosso-violacee; brattee membranose, lineari e giallognole come i tepali, più lunghe dell'ovario. Infiorescenza lassa, con pochi fiori penduli, translucidi, nettariferi, non resupinati (labello rivolto verso l'alto, tepali verso il basso). Tepali esterni e interni simili tra loro, giallastri o rosati, lanceolati e canalicolati, più lunghi del labello. Labello biancastro, articolato: epichilo cuoriforme con creste rossastre sulla faccia interna, ipochilo con 2 piccoli lobi laterali. Ginostemio corto e rigonfio, giallastro, con ovario pedicellato e non ritorto. Sperone breve e sacciforme, ascendente e ricurvo.
Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Foto di: Giampiero Ciaschetti
[] []
[]
[]
[]