18 Luglio 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare

La grande varietà delle verdure invernali nei Paesi del Parco Nazionale della Maiella.

02-10-2023 09:28 - Notizie dal Parco
Dai mugnoli di Pettorano sul Gizio al broccolo riccio di Lama dei Peligni, alla rapa di Guardiagrele.

L’impegno del Parco Nazionale della Maiella nel valorizzare la produzione e la diffusione delle varietà agronomiche locali, attraverso il suo Centro di Conservazione della Biodiversità vegetale, prosegue con uno studio specifico sulle risorse genetiche della famiglia delle Brassicaceae, cioè i “broccoletti”.

Le attività di ricerca sono state sviluppate in collaborazione ed in coordinazione con il Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Università dell’Aquila, grazie ad un finanziamento del GAL “Abruzzo Italico – Alto Sangro srl”, ed è stato condotto per la parte botanica ed agronomica dai tecnici del Parco coadiuvati dal personale della Soc. Cooperativa “Valleluna” (Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio), con lo scopo di valutare le caratteristiche distintive dell’ecotipo locale di “Mugnoli di Pettorano sul Gizio”, introdotti nell’area di Pettorano dai pastori transumanti di ritorno dalla Puglia: questi di fatti, erano soliti impiantare rape e mugnoli in un orto presso gli stazzi montani durante il periodo estivo. Questa prassi è stata molto diffusa nell’area peligna, in particolare i dai pastori di Pettorano l’hanno praticata fino agli anni ’50 mentre è tuttora utilizzata nella pastorizia scannese. La coltivazione dei mugnoli quindi, giovava di un terreno ricchissimo di sostanze nutrienti e si è conservata anche dopo l’abbandono della pastorizia transumante, trovando posto lungo il tratturo di Pettorano, nella vallata proprio sotto il centro storico, favorita anche dalla presenza del fiume Gizio.

In particolare sono stati messi a confronto le varietà locali di cavoli e rape presenti nel Parco (Mugnoli di Pettorano, Rapa dell’Osento di Atessa, Rapa di Guardiagrele, Broccolo riccio di Lama) con gli ecotipi commerciali (Rapa di foglia senza testa, Cima di Rapa Grande Mazartica, Cima di rapa 90° Riccia San Marzano), al fine di effettuare una comparazione morfologica basata sui caratteri GIBA (Gruppo di lavoro nazionale sulla Biodiversità Agraria) ed un confronto basato su analisi di immagini delle foglie, spettroscopia infrarossa e profilo dei volatili.

Un primo lavoro scientifico, che combina la descrizione morfo-agronomica con l’analisi delle immagini delle foglie, è stato pubblicato recentemente sulla rivista Applied Sciences (Biancolillo, A.; Ferretti, R.; Scappaticci, C.; Foschi, M.; D’Archivio, A.A.; Di Santo, M.; Di Martino, L., 2023. Development of a Non-Destructive Tool Based on E-Eye and Agro-Morphological Descriptors for the Characterization and Classification of Different Brassicaceae Landraces. Appl. Sci. 2023, 13, 6591. https://doi.org/10.3390/app13116591).

Oltre al suddetto studio, Il confronto preliminare tra i mugnoli di Pettorano sul Gizio e le cime di rapa commerciali mette in evidenza significative differenze nella composizione chimica dei macro-costituenti e nel profilo dei composti volatili.

Per il Prof. Angelo D’Archivio, coordinatore dello staff ricerca del Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche dell’Università dell’Aquila “nonostante l’analisi delle immagini non contenga una esplicita informazione chimica sulla composizione delle diverse varietà, è risultata essere una tecnica idonea per la differenziazione del mugnolo di Pettorano sul Gizio dalla cima di rapa; la possibilità di caratterizzare rapidamente le specie vegetali senza la necessità di una manipolazione preliminare del campione la rende una tecnica adeguata per acquisire una impronta digitale delle varietà botaniche di interesse e per sviluppare successivamente modelli statistici per l’autenticazione delle varietà locali e per la loro discriminazione da cultivar simili. L’elaborazione dei dati acquisiti mediante spettroscopia infrarossa e del profilo dei composti volatili, che saranno oggetto di ulteriori pubblicazioni scientifiche, consentiranno di identificare le specie molecolari più idonee per la discriminazione varietale”.

Per il Direttore del Parco Luciano Di Martino è "un risultato concreto che conferma il ruolo strategico del Parco nella conservazione dei sistemi agricoli tradizionali individuati come determinanti per mantenere importanti equilibri ecologici e di paesaggi agrari di straordinario interesse storico e culturale".
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