28 Dicembre 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare

Concluso il primo Geo-Camp Unesco

29-09-2023 10:28 - Notizie dal Parco
Nella settimana, dal 17 al 24 settembre 2023, 10 giovani tra i 20 ed i 30 anni provenienti da diverse regioni d’Italia hanno potuto scoprire la bellezza del territorio ed i programmi di conservazione della natura e di sviluppo sostenibile attuati dal Parco Nazionale della Maiella - Maiella Unesco Global Geopark.

Il Prof. Geol. Silvano Agostini e la Geologa Violetta De Luca, del Comitato scientifico del Geoparco, insieme ai tecnici del Parco, hanno illustrato ai 10 studenti e neolaureati selezionati alcuni dei 95 geositi individuati: luoghi che raccontano la storia e i movimenti della Terra, nonché gli ambienti del passato (stratigrafici, strutturali, sedimentologici, paleontologici); che mostrano le forme del paesaggio e il loro perché (geomorfologici); vedono la storia dell’Uomo e quella della Terra intrecciarsi anche per disponibilità di georisorse (quaternari e archeologici, minerari, idrologici e idrogeologici).

Dagli ipogei alle alte cime delle Maiella, dai Paesi del Parco agli Eremi, dagli ambienti incontaminati ai progetti del Geoparco, i giovani partecipanti hanno potuto comprendere come sfruttare al meglio le potenzialità di un territorio protetto in cui l’UNESCO ha riconosciuto rilevanza per la straordinaria commistione tra natura e uomo, tra geologia e antropologia.

In particolare un focus è stato fatto sul geosito di Capo di Fiume a Palena, che racchiude in sé la promozione scientifica sensu strictu in chiave bibliografica con quella a più ampio raggio del museo geopaleontologico

Grazie ai ricercatori dell'Université Côte d'Azur di Nizza Elisa Nicoud, Valentina Villa e Guido Palmerini ci si è soffermati sul sito preistorico della Valle Giumentina (610 mila anni fa) e sulle pitture rupestri delle grotte della Maiella, che costituiscono il più grande archivio d'arte rupestre dell'Italia appenninica: un prezioso archivio di informazioni per lo studio sulla colonizzazione Umana dell'Appennino in epoca preistorica.

I tecnici del Parco, agronomi, zoologi, botanici, veterinari, hanno illustrato i numerosi progetti di conservazione come “Coltiviamo la Diversità”, “Allevatori della Montagna Madre”, progetti Life, etc.

In ogni sosta oltre all’approfondimento geologico, non è mai mancato il racconto del lungo, tenace, profondo rapporto tra l'uomo e la terra, e che racchiude in sè la storia dell'uomo e della natura: ad esempio la Maiella è la montagna, certo, della transumanza, ma anche della piccola pastorizia stanziale che per secoli ha abitato e plasmato le nostre vallate; le numerose iniziative messe in atto dall’Ente Parco per la coesistenza con i grandi predatori, lupo e orso, si sono trasformate in un rapporto sempre più collaborativo, ove possibile, fatto di interventi nati ed attuati sui territori del parco, e a beneficio delle aziende zootecniche che vivono del rapporto insostituibile con i pascoli della Maiella.

Sotto la guida di Luciano Di Martino, botanico e direttore del Parco Nazionale della Maiella, Aurelio Manzi, etnobotanico e storico dell’agricoltura, Marco Di Santo, Responsabile dell’Ufficio Agronomico e Valter Di Cecco, tecnico della Maiella Seed Bank, sono stati illustrati ai partecipanti le sfide del Centro di Conservazione della Biodiversità vegetale, quale avamposto strategico di conservazione del patrimonio genetico delle varietà autoctone da cui ripartire per un miglioramento delle produzioni che possa orientarsi nelle filiere corte della produzione biologica, soprattutto in Abruzzo Regione Verde d’Europa.

Con i tecnici degli Uffici Pianificazione, Maurizio Monaco, e Promozione, John Forcone, Mario Puglielli, Dino D’Alessandro e Mariano Spera, sono stati presentati i progetti del paesaggio agropastorale, con il recupero dei terrazzamenti e delle capanne in pietra, e dei Cammini, in particolare quello di Celestino V, che uscendo fuori dai confini dell’area protetta ne ribadisce la centralità sulle politiche del turismo regionale.
Una delle giornate ha visto i partecipanti salire fino ai 2455 metri del bivacco Fusco e, nonostante il forte vento, accompagnati dalla biologa del Parco Giovanna Di Domenico hanno potuto osservare diversi branchi di camosci appenninici.

Il fotografo (biologo) e divulgatore Bruno D’Amicis ha riportato le sue esperienze di divulgatore nei parchi nazionali italiani e nelle aree protette internazionali.

È stato un momento di condivisione e di compartecipazione anche con altri siti Unesco e Geoparchi, grazie alla presenza di Daniela Cataldo, naturalista (lichenologa) e Maria Catania, geologa, entrambe guide ambientali LAGAP della Sicilia, operanti soprattutto sull’Etna e nel Geoparco delle Madonie.

Inoltre, non poteva mancare il supporto e il sostegno della Regione Abruzzo - Assessorato al Turismo, che ha partecipato come osservatrice attraverso la presenza del funzionario Sante Cellucci.

La Biocantina Orsogna, partner dell’iniziativa, con il Direttore ed enologo Camillo Zulli ed il Presidente Giuseppe Micozzi, ha portato all’attenzione dei giovani partecipanti il grande tema del recupero delle tradizioni per un’agricoltura di qualità, che passi attraverso il recupero del suolo e l’assenza di antiparassitari per favorire una fermentazione spontanea che esprima il vero terroir di un’area geografica; contestualmente ha illustrato i progetti per il recupero dei vitigni autoctoni “Vola Volè Maiella National Park” e “Pè nìn perde la sumente”, svolti in collaborazione con Parco e Geoparco Maiella.

È opportuno, infine, un ringraziamento alle Università di Teramo e di Chieti-Pescara che hanno sostenuto questa prima edizione dello Youth Geocamp.

Ma soprattutto grazie ai giovani partecipanti: Ivan Petracchini, Lorenzo Paris, Costanza Pacelli, Bianca Spinelli, Emanuele Di Egidio di Roma, Michele Gallina di Segrate, Luca Castellucci di Forlì, Cristina Quintana di Gallipoli, Michela Marinozzi di Chieti, Giovanni Auditore di Messina.

Il direttore del Parco e coordinatore del comitato scientifico del Geoparco Maiella, Luciano Di Martino conferma che si tratta di un risultato concreto grazie al lavoro costante sul territorio e alla dotazione organica e strutturale dell’Ente, che conferma il proprio ruolo strategico per il mantenimento degli importanti equilibri ecologici e culturali.

Per il Presidente Lucio Zazzara l’organizzazione di questo campus didattico ha permesso ai giovani partecipanti di compiere un tragitto tra sentieri e tratturi, fino ai caratteristici paesi della Maiella per capire realmente la vita dei pastori, i boschi, i torrenti, la fauna protetta, gli antichi eremi e la suggestione della "Montagna Madre" del Parco Nazionale e Geoparco Maiella.


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