La Comunità di Capitignano (AQ) dona alla Banca del Germoplasma del Parco Nazionale della Maiella i suoi semi più preziosi: i ceci e la pastinaca
05-04-2024 10:51 - Notizie dal Parco
Nella splendida cornice dell’alta Valle dell’Aterno, si è svolta la piccola cerimonia di consegna dei semi: il Sindaco Franco Pucci ha donato al Direttore f.f. del Parco Nazionale della Maiella, Luciano Di Martino, botanico e responsabile del Centro di Conservazione della Biodiversità vegetale per l'Abruzzo (Banca del Germoplasma - Maiella Seed Bank), un lotto di ceci e di pastinaca, alla presenza di agricoltori custodi e appassionati cittadini.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto P.S.R. 2014 - 2020 per la Sottomisura 7.6 – Tipologia di Intervento 7.6.1 - Azione specifica C “Implementazione del centro di conservazione del germoplasma della biodiversità naturale vegetale”, di cui l’Ente Parco Maiella è beneficiario per attuare un recupero delle risorse genetiche agrarie su scala regionale.
La pastinaca è un vero e proprio reperto di archeologia orticola, coltivato sin dall’epoca dei Romani e soppiantato in tutto il territorio regionale dall’avvento della carota e della patata; la sua attuale coltivazione è nota con certezza solo per Capitignano e sporadicamente a Ofena, nella Valle del Tirino. E’ un ortaggio di assoluta eccellenza per le sue particolari caratteristiche nutritive ed organolettiche, inserito da alcuni anni nell’Arca del Gusto di Slow Food e da giugno 2023 è stata scelto per diventare Presidio Slow Food, con il sostegno economico del GAL Gran Sasso Velino.
Il cece di Capitignano, a tegumento liscio, è stato rinvenuto oltre 30 anni fa, e si è rivelato una varietà molto resistente alla siccità, in passato sicuramente molto più coltivato per l’alimentazione umana in tutta l’area.
La comunità di Capitignano alla presenza del Sindaco, del consigliere Valentina Di Pietro , del sociologo Alessandro Gioia e referente dell’USRC, dell’agricoltore custode Giuseppe Commentucci, dell’agronoma del Parco Maiella Rossella Ferretti, ha espresso la necessità di avviare studi specifici necessari per l’iscrizione al registro varietale regionale (ANAGRAFE DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE DELLA REGIONE ABRUZZO LEGGE N. 194/2015 - DGR 1050/2018) al fine di valorizzare il percorso già intrapreso con la De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), strumento di promozione dei prodotti agroalimentari, delle ricette e delle tradizioni locali, istituita dalla L. 142/90 e disciplinata a livello comunale.
Il Prof. Angelo D’Archivio, dell’ateneo aquilano, ha reso edotti i presenti sugli approcci chimico-analitici per la tracciabilità e l’autenticazione di varietà di legumi coltivati in Italia, in virtù delle note collaborazioni istituzionali in corso con la banca del germoplasma; tali studi uniti a quelli di genetica agraria risultano fondamentali per il processo di iscrizione al registro varietale.
Su questi semi l’Ente Parco avvierà le procedure di conservazione del germoplasma, con indagini sulla germinazione e creazione di campi vetrina, sia a Capitignano che nel Centro di Conservazione della Biodiversità vegetale al fine di individuare ed evidenziare le univoche caratteristiche organolettiche e le migliori tecniche di riproduzione.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto P.S.R. 2014 - 2020 per la Sottomisura 7.6 – Tipologia di Intervento 7.6.1 - Azione specifica C “Implementazione del centro di conservazione del germoplasma della biodiversità naturale vegetale”, di cui l’Ente Parco Maiella è beneficiario per attuare un recupero delle risorse genetiche agrarie su scala regionale.
La pastinaca è un vero e proprio reperto di archeologia orticola, coltivato sin dall’epoca dei Romani e soppiantato in tutto il territorio regionale dall’avvento della carota e della patata; la sua attuale coltivazione è nota con certezza solo per Capitignano e sporadicamente a Ofena, nella Valle del Tirino. E’ un ortaggio di assoluta eccellenza per le sue particolari caratteristiche nutritive ed organolettiche, inserito da alcuni anni nell’Arca del Gusto di Slow Food e da giugno 2023 è stata scelto per diventare Presidio Slow Food, con il sostegno economico del GAL Gran Sasso Velino.
Il cece di Capitignano, a tegumento liscio, è stato rinvenuto oltre 30 anni fa, e si è rivelato una varietà molto resistente alla siccità, in passato sicuramente molto più coltivato per l’alimentazione umana in tutta l’area.
La comunità di Capitignano alla presenza del Sindaco, del consigliere Valentina Di Pietro , del sociologo Alessandro Gioia e referente dell’USRC, dell’agricoltore custode Giuseppe Commentucci, dell’agronoma del Parco Maiella Rossella Ferretti, ha espresso la necessità di avviare studi specifici necessari per l’iscrizione al registro varietale regionale (ANAGRAFE DELLA BIODIVERSITÀ DI INTERESSE AGRICOLO E ALIMENTARE DELLA REGIONE ABRUZZO LEGGE N. 194/2015 - DGR 1050/2018) al fine di valorizzare il percorso già intrapreso con la De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), strumento di promozione dei prodotti agroalimentari, delle ricette e delle tradizioni locali, istituita dalla L. 142/90 e disciplinata a livello comunale.
Il Prof. Angelo D’Archivio, dell’ateneo aquilano, ha reso edotti i presenti sugli approcci chimico-analitici per la tracciabilità e l’autenticazione di varietà di legumi coltivati in Italia, in virtù delle note collaborazioni istituzionali in corso con la banca del germoplasma; tali studi uniti a quelli di genetica agraria risultano fondamentali per il processo di iscrizione al registro varietale.
Su questi semi l’Ente Parco avvierà le procedure di conservazione del germoplasma, con indagini sulla germinazione e creazione di campi vetrina, sia a Capitignano che nel Centro di Conservazione della Biodiversità vegetale al fine di individuare ed evidenziare le univoche caratteristiche organolettiche e le migliori tecniche di riproduzione.