Il rito del “Tamùrr' ”
A Caramanico Terme, nella notte tra il giovedì Santo e il Venerdì Santo, ha luogo il suggestivo rito del “Tamùrr' ”.
Un gruppo di uomini percorre i vicoli del paese, suonando un tamburino di pelle di capra e un flauto. Due sono i tamburelli antichi, nel tempo restaurati. In origine erano realizzati con pelle d'asino o di tasso.
I colpi secchi sul tamburello, che viene “scordato” prima dell'avvio, rievoca i momenti in cui i soldati cercavano Gesù mentre la struggente melodia del flauto ricorda il pianto della Madre.
Il gruppo segue il giro tradizionale della processione del Venerdì Santo, lungo le vie del centro storico fino a San Maurizio, per poi terminare presso la Chiesa di Santa Maria dell'Assunta. Più di recente, un altro gruppo di suonatori ha avviato l'usanza di percorrere anche la parte nuova del paese.
La comunità di Caramanico Terme conserva gelosamente e con dedizione i riti e le tradizioni legate alla Settimana Santa e custodisce la più importante e antica fra le confraternite, la Confraternita del Sacro Monte dei Morti, congrega laicale fondata nel 1678, l'ultima, giunta al nostro tempo, delle venti Congregazioni religiose presenti a Caramanico dal '500 in poi.
Tutto ha inizio la domenica delle Palme, al rientro dalla Via Crucis, quando per tradizione vengono eletti tramite sorteggio, come “discepoli”, dodici confratelli dalla Confraternita, i quali parteciperanno alla lavanda dei piedi il giovedì Santo durante la Messa in Coena Domini. Da sempre, al termine della funzione, i confratelli partecipano alla cena presso una famiglia che si offre di cucinare gli alimenti da loro procurati in precedenza. In passato, la sera prima il giovedì Santo si effettuava una sorta di asta per l'assegnazione delle “stanghe” delle statue, alla quale partecipavano anche i fedeli delle frazioni del paese.
Alla processione del Venerdì Santo oltre ai confratelli partecipano le consorelle della Madonna dell'Addolorata.
Preziose sono le statue lignee del Cristo Morto e dell'Addolorata, realizzate circa due secoli fa, in legno di ciliegio, dall'artista caramanichese Sarrocco.
Ricerca e Testo a cura di Flavio Camplone, Caramanico Terme
Un gruppo di uomini percorre i vicoli del paese, suonando un tamburino di pelle di capra e un flauto. Due sono i tamburelli antichi, nel tempo restaurati. In origine erano realizzati con pelle d'asino o di tasso.
I colpi secchi sul tamburello, che viene “scordato” prima dell'avvio, rievoca i momenti in cui i soldati cercavano Gesù mentre la struggente melodia del flauto ricorda il pianto della Madre.
Il gruppo segue il giro tradizionale della processione del Venerdì Santo, lungo le vie del centro storico fino a San Maurizio, per poi terminare presso la Chiesa di Santa Maria dell'Assunta. Più di recente, un altro gruppo di suonatori ha avviato l'usanza di percorrere anche la parte nuova del paese.
La comunità di Caramanico Terme conserva gelosamente e con dedizione i riti e le tradizioni legate alla Settimana Santa e custodisce la più importante e antica fra le confraternite, la Confraternita del Sacro Monte dei Morti, congrega laicale fondata nel 1678, l'ultima, giunta al nostro tempo, delle venti Congregazioni religiose presenti a Caramanico dal '500 in poi.
Tutto ha inizio la domenica delle Palme, al rientro dalla Via Crucis, quando per tradizione vengono eletti tramite sorteggio, come “discepoli”, dodici confratelli dalla Confraternita, i quali parteciperanno alla lavanda dei piedi il giovedì Santo durante la Messa in Coena Domini. Da sempre, al termine della funzione, i confratelli partecipano alla cena presso una famiglia che si offre di cucinare gli alimenti da loro procurati in precedenza. In passato, la sera prima il giovedì Santo si effettuava una sorta di asta per l'assegnazione delle “stanghe” delle statue, alla quale partecipavano anche i fedeli delle frazioni del paese.
Alla processione del Venerdì Santo oltre ai confratelli partecipano le consorelle della Madonna dell'Addolorata.
Preziose sono le statue lignee del Cristo Morto e dell'Addolorata, realizzate circa due secoli fa, in legno di ciliegio, dall'artista caramanichese Sarrocco.
Ricerca e Testo a cura di Flavio Camplone, Caramanico Terme
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