I Geositi
I 95 geositi registrati nell’intera area del Geoparco Maiella mostrano l’elevata variabilità delle caratteristiche geologiche del parco, così come la loro unicità. Sono stati suddivisi in base al carattere geologico principale: strati di un tempo particolare, fossili, forme del paesaggio, ma anche archeologia, risorse idriche e minerarie. Alcuni, oggetto di studio da parte di ricercatori italiani e stranieri, hanno acquisito un’importanza internazionale, tra cui ricordiamo: il Geosito di Capo di Fiume a Palena; la sezione tipo di Decontra dell’Oligo-Miocene; la sezione stratigrafica di Pennapiedimonte; il campo di dune sottomarine di Cerratina; la formazione gessoso-solfifera della cava di Colle di Votta; le Sorgenti del Petrolio del Torrente Arollo; le Sorgenti del Verde e le Gole di Fara San Martino; la Grotta del Cavallone; il sito Paleolitico di Valle Giumentina; l’Eremo di Sant’Onofrio e il tempio di Ercole Curino; le miniere di bitume di Acquafredda; geosito paleontologico a rudiste di Fara San Martino.
La presenza di 95 geositi (siti geologici importanti per qualità scientifica, rarità, rilevanza estetica o valore educativo), di cui 22 in totale sono di importanza internazionale, hanno rappresentato la base per la candidatura a Geoparco Unesco.
Il Geosito di Palena-Capo di Fiume, sottoposto a vincolo archeologico, conserva sedimenti di un ambiente lagunare e palustre risalente a circa 7 milioni di anni fa. I resti paleobotanici all’interno degli strati appartengono a salici, cipressi, albero della cannella e piante caducifoglie. Negli spazi aperti vivevano piccoli mammiferi, detti prolaghi, di uno dei quali è stato rinvenuto uno scheletro ben conservato. La laguna e il mare aperto antistante erano popolati da molte specie di pesci, tra cui l’aringa rotonda, la perca del Nilo, il merluzzo e il pagro, da molluschi e ricci di mare. Il giacimento paleontologico è parte di un sistema integrato di visita che comprende le sorgenti dell’Aventino e il Museo Geopaleontologico Alto Aventino di Palena, dove sono conservati i resti fossili citati.
Il Geosito di Palena-Capo di Fiume, sottoposto a vincolo archeologico, conserva sedimenti di un ambiente lagunare e palustre risalente a circa 7 milioni di anni fa. I resti paleobotanici all’interno degli strati appartengono a salici, cipressi, albero della cannella e piante caducifoglie. Negli spazi aperti vivevano piccoli mammiferi, detti prolaghi, di uno dei quali è stato rinvenuto uno scheletro ben conservato. La laguna e il mare aperto antistante erano popolati da molte specie di pesci, tra cui l’aringa rotonda, la perca del Nilo, il merluzzo e il pagro, da molluschi e ricci di mare. Il giacimento paleontologico è parte di un sistema integrato di visita che comprende le sorgenti dell’Aventino e il Museo Geopaleontologico Alto Aventino di Palena, dove sono conservati i resti fossili citati.
I Geositi
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