La conservazione della trota mediterranea nel Parco Nazionale della Maiella
Nonostante il massiccio della Maiella sia in gran parte costituito da roccia carbonatica, la sua superficie è solcata da moltissimi corsi d'acqua e anche da alcuni fiumi.
L'Orta ha una portata che risente moltissimo delle condizioni ambientali e delle precipitazioni. Le acque aumentano di livello e si intorbidiscono rapidamente a seguito delle forti piogge e, le rive argillose possono essere soggette a frane e smottamenti.
La Valle dell'Orfento è un unicum assoluto, una delle riserve naturali più belle e preziose non solo della Maiella, ma dell'intero Appennino, giustamente molto amata e frequentata.
Non tutti sanno che, in alcuni punti del tratto più alto dell'Orta, non lontano dal bellissimo borgo di Roccaramanico, si nasconde un animale misterioso e divenuto assai raro: la trota mediterranea, una specie di salmonide nativa dell'Italia peninsulare.
A seguito di questo inquinamento genetico, le popolazioni ancora pure di trota mediterranea in Appennino si contano sulla punta delle dita. E la Maiella è uno dei due soli comprensori dove si rinviene ancora con certezza la trota mediterranea in Abruzzo.
È un pesce bellissimo, perfettamente adattato alla vita nei corsi d'acqua mediterranei, caratterizzati da notevoli variazioni di portata, ovvero siccità estive e piene invernali, come il fiume Orta, per l'appunto.
Il Parco Nazionale della Maiella è il beneficiario coordinatore del Progetto LIFE Streams. Con sei aree pilota in Italia, il progetto partito nel 2019 aspira alla tutela delle esigue popolazioni di trota nativa mediterranea attraverso una serie di azioni concrete.
In parallelo, per favorire il ripristino degli habitat e la sopravvivenza della specie autoctona, i tecnici si occupano anche della rimozione delle popolazioni alloctone di trota fario atlantica, presenti anche all'interno del territorio del Parco.
Ogni specie è il prodotto straordinario di migliaia di anni di evoluzione e adattamento a condizioni ambientali particolari.