L'Orso bruno marsicano
Ursus arctos marsicanus
I boschi di faggi e cerri dei Monti Pizzi, le radure del Monte Pizzalto e Rotella, ma anche l’alta e media Valle dell’Orta costituiscono alcune delle aree dove più facilmente è possibile trovare i segni di presenza dell’Orso bruno marsicano.
Questa specie estremamente rara ed elusiva è infatti difficilmente osservabile direttamente in natura all’interno del Parco ed i graffi degli artigli sui tronchi, i ciuffi di peli sugli alberi ricchi di resina, che gli orsi usano come grattatoi, così come le orme su fango o su neve e i caratteristici escrementi di grandi dimensioni, costituiti spesso da bacche e frutti, sono spesso gli unici segni che, ad un occhio attento, indicano la presenza della più rara tra le specie di mammiferi presenti nel Parco Nazionale della Majella.
L’orso bruno nel Parco è oggetto ormai da diversi anni di ricerche volte a conoscere la reale situazione della specie nel territorio protetto, in particolare attraverso il monitoraggio genetico non invasivo che è in grado di farci conoscere il sesso dei diversi individui presenti così come di determinare il minimo numero certo di animali che abitano il Parco ma anche informazioni relative agli spostamenti effettuati dai diversi orsi. A queste azioni sono state affiancate misure di tutela volte a garantire ambienti maggiormente idonei alla specie sia dal punto di vista trofico che per quello che riguarda la tranquillità e la sicurezza di cui questo animale necessita, attraverso la chiusura di strade di penetrazione nei territori maggiormente utilizzati dal plantigrado e una gestione forestale e degli habitat che garantisca la presenza di adeguate fonti di cibo di origine naturale.
Attualmente si stima che nel Parco siano stabilmente presenti almeno 3-4 individui, per i quali in diversi casi è stato accertato che rimangono all’interno del Parco anche per trascorrere il letargo invernale protetti nelle aree più remote e meno disturbate.
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