Dall'unità d'Italia a oggi
L’unificazione politica italiana portò cambiamenti radicali nella vita dell’alta montagna abruzzese. Si ebbe una crisi senza precedenti, dovuta a: brigantaggio, decadenza dell’industria ovina, esodo della borghesia, sviluppo della produzione industriale, disoccupazione ed emigrazione. Allo sviluppo industriale delle zone di pianura fa da contrappeso il declino dei centri di montagna.
Nel 1895 un pastore, G. Di Battista, incise su un masso a Scrima Cavallo la sua imprecazione contro gli eventi che avevano trasformato quella montagna da regno dei fiori in regno della miseria. Alcuni fattori portarono sviluppi positivi: la linea ferroviaria Sulmona-Isernia, l’avvento dell’automobilismo, l’interesse per l’escursionismo e il turismo di montagna.
Nel 1895 un pastore, G. Di Battista, incise su un masso a Scrima Cavallo la sua imprecazione contro gli eventi che avevano trasformato quella montagna da regno dei fiori in regno della miseria. Alcuni fattori portarono sviluppi positivi: la linea ferroviaria Sulmona-Isernia, l’avvento dell’automobilismo, l’interesse per l’escursionismo e il turismo di montagna.
Aveva cominciato a diffondersi l’arte di G. D’Annunzio che dette il via al vero e proprio mito della Maiella Madre. I contatti con la rigenerata cultura nazionale produssero effetti positivi sulla tradizione degli studi storici con A. De Nino, G. Finamore, N.F. Faraglia, P. Piccirilli, G. Pansa. Anche B. Croce, nato a Pescasseroli, era originario di Montenerodomo.
È ancora tutta da costruire una storia dell’immagine che di questa porzione d’Abruzzo andarono componendo, tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, viaggiatori come F. Gregorovius, bozzettisti come P. Levi (Abruzzo forte e gentile), autori di guide come E. Abbate e giornalisti. Ma anche studiosi dell’arte come E. Bertaux e I.C. Gavini. Dall’ottobre 1943 al giugno 1944 la Maiella divenne uno dei capisaldi della Linea Gustav: nove mesi di battaglia provocarono lo sfollamento di molti paesi, la morte di un migliaio di civili (episodio culminante fu la strage di Pietransieri) e la nascita della Brigata Maiella.
Nel dopoguerra una nuova ondata emigratoria ha rafforzato il distacco dalla montagna. Ma nei centri con spiccata vocazione turistica si sono profilate anche minacce di un’ondata di turismo di massa. L’istituzione del Parco Nazionale della Majella è intervenuta a questo punto.
È ancora tutta da costruire una storia dell’immagine che di questa porzione d’Abruzzo andarono componendo, tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, viaggiatori come F. Gregorovius, bozzettisti come P. Levi (Abruzzo forte e gentile), autori di guide come E. Abbate e giornalisti. Ma anche studiosi dell’arte come E. Bertaux e I.C. Gavini. Dall’ottobre 1943 al giugno 1944 la Maiella divenne uno dei capisaldi della Linea Gustav: nove mesi di battaglia provocarono lo sfollamento di molti paesi, la morte di un migliaio di civili (episodio culminante fu la strage di Pietransieri) e la nascita della Brigata Maiella.
Nel dopoguerra una nuova ondata emigratoria ha rafforzato il distacco dalla montagna. Ma nei centri con spiccata vocazione turistica si sono profilate anche minacce di un’ondata di turismo di massa. L’istituzione del Parco Nazionale della Majella è intervenuta a questo punto.
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