Borghesia di montagna
L’industria armentizia continuò a essere un solido pilastro per l’economia dei paesi della Maiella almeno fino al secolo XVIII. Si formò anche nei piccoli centri una classe di benestanti protesi anche ad acquisire una buona cultura soprattutto a Napoli.
Poiché questa classe restò ancorata ai paesi di origine, vi introdusse anche un alto tenore di vita, costruendo le proprie sontuose dimore, fornite qualche volta di una ricca biblioteca, e dotando di opere d’arte le chiese del luogo.
Il fenomeno si coglie in molti centri, tra i quali spiccano Tocco da Casauria, Bolognano, San Valentino, Caramanico, Manoppello, Guardiagrele e soprattutto, caso d’eccezione, Pescocostanzo: non solo patria, questa, di vari architetti, scultori, marmorari, ma approdo, nel primo ‘600, di grandi artisti italiani, come il caravaggesco Tanzio da Varallo (le cui opere si ritrovano qui e in altri centri vicini) e Cosimo Fanzago, il gran genio del barocco nell’Italia meridionale.
Poiché questa classe restò ancorata ai paesi di origine, vi introdusse anche un alto tenore di vita, costruendo le proprie sontuose dimore, fornite qualche volta di una ricca biblioteca, e dotando di opere d’arte le chiese del luogo.
Il fenomeno si coglie in molti centri, tra i quali spiccano Tocco da Casauria, Bolognano, San Valentino, Caramanico, Manoppello, Guardiagrele e soprattutto, caso d’eccezione, Pescocostanzo: non solo patria, questa, di vari architetti, scultori, marmorari, ma approdo, nel primo ‘600, di grandi artisti italiani, come il caravaggesco Tanzio da Varallo (le cui opere si ritrovano qui e in altri centri vicini) e Cosimo Fanzago, il gran genio del barocco nell’Italia meridionale.
Il patrimonio edilizio qui sopra indicato – databile in genere tra il XVII e la metà del XIX secolo – costituisce la testimonianza più significativa di una vera e propria "civiltà borghese della montagna".
Con i moti rivoluzionari del 1799 e il decennio napoleonico, anche la vita dei paesi della montagna abruzzese subì un’accelerazione, anche perché furono migliorate di molto le principali vie di comunicazione.
L’intera borghesia abruzzese si tuffò in quegli anni nel fervido mondo napoletano, dal quale molti dei suoi esponenti, assunto pienamente il ruolo di intellettuali, si aprirono la strada verso l’Italia e l’Europa. Ricordiamo giuristi, filosofi, statisti, scienziati, storici come G. De Thomasis, O. Colecchi, L. Chiaverini, B. Vulpes, S. Tommasi, L. Dorrucci, P. Serafini, A. De Gasparis, B. e S. Spaventa, G. De Blasiis, D. Stromei. E ancora A. L. Antinori, G. Liberatore, V. Giuliani, I. Di Pietro, M. Tenore, G. M. Galanti, L. Giustiniani, F. Cirelli, G. A. Rizzi Zannoni.
Con i moti rivoluzionari del 1799 e il decennio napoleonico, anche la vita dei paesi della montagna abruzzese subì un’accelerazione, anche perché furono migliorate di molto le principali vie di comunicazione.
L’intera borghesia abruzzese si tuffò in quegli anni nel fervido mondo napoletano, dal quale molti dei suoi esponenti, assunto pienamente il ruolo di intellettuali, si aprirono la strada verso l’Italia e l’Europa. Ricordiamo giuristi, filosofi, statisti, scienziati, storici come G. De Thomasis, O. Colecchi, L. Chiaverini, B. Vulpes, S. Tommasi, L. Dorrucci, P. Serafini, A. De Gasparis, B. e S. Spaventa, G. De Blasiis, D. Stromei. E ancora A. L. Antinori, G. Liberatore, V. Giuliani, I. Di Pietro, M. Tenore, G. M. Galanti, L. Giustiniani, F. Cirelli, G. A. Rizzi Zannoni.
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