Aromatica
La mostra permanente è stata realizzata con il finanziamento del Bando “Valorizzazione del potenziale produttivo dell’area” del GAL Terre Pescaresi.
"Aromatica" offre un percorso sensoriale olfattivo immersivo, in cui le piante aromatiche diventano protagoniste assolute. Attraverso il profumo il visitatore è coinvolto in un viaggio nel quale immagini, elementi, odori e suoni – in una contaminazione dei sensi – raccontano le sfumature che compongono le famiglie olfattive delle specie vegetali. Completano l’allestimento dodici acquerelli botanici sulle piante officinali abruzzesi più rappresentative, opere esclusive dell’illustratore M. William Santoleri realizzate secondo lo stile delle illustrazioni botaniche nei testi scientifici del XIX secolo.
"Aromatica" offre un percorso sensoriale olfattivo immersivo, in cui le piante aromatiche diventano protagoniste assolute. Attraverso il profumo il visitatore è coinvolto in un viaggio nel quale immagini, elementi, odori e suoni – in una contaminazione dei sensi – raccontano le sfumature che compongono le famiglie olfattive delle specie vegetali. Completano l’allestimento dodici acquerelli botanici sulle piante officinali abruzzesi più rappresentative, opere esclusive dell’illustratore M. William Santoleri realizzate secondo lo stile delle illustrazioni botaniche nei testi scientifici del XIX secolo.
La mostra è articolata in cinque sezioni.
Nella prima sezione dal titolo “Aromi e profumi dall’antichità ai nostri giorni” il visitatore ripercorre la storia degli aromi, partendo dalle prime documentazioni sino ai giorni nostri. A completamento della descrizione diversi reperti ci illustrano gli elementi salienti dei vari periodi storici, dalla rosa damascena le cui tracce sono state rinvenute in tombe risalenti a 2000 anni a. C. al giusquiamo, noto anticamente per il potere anestetico, all’uva ursina citata negli scritti di Michele Torcia nel 1792 (Saggio itinerario nazionale pel paese de Peligni), alla miscela di spezie utilizzate per l’imbalsamazione dei cadaveri.
Nella prima sezione dal titolo “Aromi e profumi dall’antichità ai nostri giorni” il visitatore ripercorre la storia degli aromi, partendo dalle prime documentazioni sino ai giorni nostri. A completamento della descrizione diversi reperti ci illustrano gli elementi salienti dei vari periodi storici, dalla rosa damascena le cui tracce sono state rinvenute in tombe risalenti a 2000 anni a. C. al giusquiamo, noto anticamente per il potere anestetico, all’uva ursina citata negli scritti di Michele Torcia nel 1792 (Saggio itinerario nazionale pel paese de Peligni), alla miscela di spezie utilizzate per l’imbalsamazione dei cadaveri.
Nella seconda sezione dal titolo “La conservazione della biodiversità vegetale e il commercio etico delle piante aromatiche” si affronta la questione dell’impatto biologico sulla raccolta e sull’importanza della conoscenza della biologia delle piante. Tra i reperti osservabili la radice di genziana, una specie della nostra flora che impiega anni per raggiungere la maturità e fioritura e il geranio profumato come esempio di pianta coltivata comunemente sui nostri davanzali e che in alcuni paesi dove viene massivamente coltivata ha soppiantato l’habitat originario.
Si passa alla terza sezione “Laboratorio della pianta” dove si possono osservare con i vari reperti le preparazioni che si ricavano a seconda del solvente che viene utilizzato.
Quest’ultimo ci introduce al cuore della mostra che ci illustra il mondo degli oli essenziali e in particolare al loro ruolo in natura dall’attrazione degli insetti impollinatori alla difesa degli erbivori all’attività antibiotica.
Inoltre una serie di reperti ci illustrano in quali organi della pianta sono concentrati, dalle bucce di agrumi, alle foglie, ai rizomi, alla resina, ai semi e ci sorprenderà di conoscere che l’odore di violetta non viene prodotto dai fiori bensì dalle foglie e che l’aroma di carota viene prodotto dai semi e non dalla radice.
- Acetolito
- Enolito
- Sciroppo
- Idrolito
- Oleolito
- Macerato glicerinato
- Sciroppo
- Tinture
- Idrolato e olio essenziale
Quest’ultimo ci introduce al cuore della mostra che ci illustra il mondo degli oli essenziali e in particolare al loro ruolo in natura dall’attrazione degli insetti impollinatori alla difesa degli erbivori all’attività antibiotica.
Inoltre una serie di reperti ci illustrano in quali organi della pianta sono concentrati, dalle bucce di agrumi, alle foglie, ai rizomi, alla resina, ai semi e ci sorprenderà di conoscere che l’odore di violetta non viene prodotto dai fiori bensì dalle foglie e che l’aroma di carota viene prodotto dai semi e non dalla radice.
La parte centrale è costituita da un olfattorio dove vengono descritti i metodi di estrazione degli oli essenziali, da quello antico “enfleurage” al metodo tradizionale della distillazione in corrente di vapore fino ad arrivare ai metodi più moderni come l’estrazione in CO2 utilizzata per i fiori delicati come il gelsomino.
Viene inoltre rappresentata la piramide olfattiva dove gli oli essenziali sono raggruppati in base al grado di volatilità. Si hanno a disposizione del visitatore tre cloche dedicate rispettivamente alle note di base con corteccia di ginepro, alle note di cuore con fiori di lavanda e alle note alte con gli agrumi.
Completano la sezione la descrizione di come si compone un profumo.
Il visitatore potrà testare il proprio naso con vari idrolati prodotti dal giardino.
Sul retro viene rappresentato il calendario balsamico delle piante cioè il momento migliore in cui principi attivi sono al massimo della concentrazione, classificazione fatta a seconda della specie e delle parti utilizzate.
Infine troviamo un piccolo richiamo alla tradizione abruzzese partendo dal detto “Chi vede la mentuccia e non l’adore (cioè non la odora) non vede la Madonna quando muore” dove le fragranze delle piante diventano elemento di interazione tra sacro e profano, alla tradizionale acqua di San Giovanni e al “Compare o la cummare a fiore” ovvero allo scambio di mazzolini di fiori per suggellare un legame affettivo con una persona cara.
Completano la sezione la descrizione di come si compone un profumo.
Il visitatore potrà testare il proprio naso con vari idrolati prodotti dal giardino.
Sul retro viene rappresentato il calendario balsamico delle piante cioè il momento migliore in cui principi attivi sono al massimo della concentrazione, classificazione fatta a seconda della specie e delle parti utilizzate.
Infine troviamo un piccolo richiamo alla tradizione abruzzese partendo dal detto “Chi vede la mentuccia e non l’adore (cioè non la odora) non vede la Madonna quando muore” dove le fragranze delle piante diventano elemento di interazione tra sacro e profano, alla tradizionale acqua di San Giovanni e al “Compare o la cummare a fiore” ovvero allo scambio di mazzolini di fiori per suggellare un legame affettivo con una persona cara.
A completamento dell’esposizione si possono sfogliare due album di cui il primo con ricette per la realizzazione di piccoli oggetti profumati che sono esposti dal ramaietto al pomander, agli smudge stick o ai tradizionali sacchetti per i corredi. Una particolare attenzione viene data ai pot pourri, umidi o secchi che si possono osservare ed annusare composti con erbe e fiori profumati, radici, legni, spezie e oli essenziali. Tra questi abbiamo pot pourri dalle note balsamiche o rilassanti oppure con note olfattive alte ma tra tutti spicca l’omaggio al poeta Ovidio, personaggio originario di Sulmona autore del trattato sui cosmetici utilizzati dalle donne in cui cita diverse piante per conservare l’eterna bellezza e che sono state utilizzate per comporre un pot pourri a lui dedicato dal nome “Medicamina faciei feminae”.
Un altro album ripercorre la storia delle principali figure mediche nella storia della fitoterapia, da Asclepio raffigurato con un bastone con un serpente attorcinato al filosofo Teofrasto conosciuto per il suo Trattato sugli odori o a Paracelso noto per la “Dottrina della Signatura”.
Il soffitto è completamente rivestivo di erbe essiccate scelte tra quelle officinali come l’iperico, il rosmarino, la ruta, la salvia ma anche erbe dal particolare gusto estetico come la leggera finocchiella mediterranea.
Le 12 specie vegetali di interesse officinale che sono state raffigurate sono le seguenti:
Il soffitto è completamente rivestivo di erbe essiccate scelte tra quelle officinali come l’iperico, il rosmarino, la ruta, la salvia ma anche erbe dal particolare gusto estetico come la leggera finocchiella mediterranea.
Le 12 specie vegetali di interesse officinale che sono state raffigurate sono le seguenti:
- Tasso
- Belladonna
- Genepì
- Iperico
- Mughetto
- Genziana
- Rosa gallica
- Iris marsica
- Ginepro
- Uva orsina
- Betulla
- Pino mugo
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