Roccacasale
Via dei Lauri, 1
67030 Roccacasale (AQ)
Telefono: 0864271878
Sito internet: www.comune.roccacasale.aq.it
67030 Roccacasale (AQ)
Telefono: 0864271878
Sito internet: www.comune.roccacasale.aq.it
Email:comuneroccacasale@pec.it
PEC: comuneroccacasale@pec.it
Densità: 34,37 abitanti per km²
Estensione: 17,31 km²
Popolazione: 595 (Istat, novembre 2022)
Nome abitanti: Roccolani
Densità: 34,37 abitanti per km²
Estensione: 17,31 km²
Popolazione: 595 (Istat, novembre 2022)
Nome abitanti: Roccolani
Dove si trova
Che tempo fa
Roccacasale è situato a 450 m s.l.m., arroccato sulle pendici del Monte della Rocca (sperone del Morrone) definito “la sentinella della Valle Peligna” perché troneggia sulla vallata.
Il nome iniziale era Casali e la sua fondazione risale circa tra l'800 e il 900 d.C. presso “Colle delle Fate” dove sono state ritrovate tracce di insediamenti di epoca preromana.
Il paese è dominato dal Castello De Sanctis, un'imponente costruzione a pianta triangolare, che fungeva da fortezza militare e residenza della famiglia baronale De Sanctis. Oggi, nella parte alta del borgo, sono ben visibili i resti del castello. Nel centro storico c'è la chiesa di San Michele Arcangelo, patrono che si festeggia nel giorno in cui è stata consacrata dall'8 maggio del 1579. Ai piedi del paese c'è un'aia: “aia antica uso agricolo” un cerchio di pietre dove venivano battuti i legumi e pulito il grano.
Il paese è dominato dal Castello De Sanctis, un'imponente costruzione a pianta triangolare, che fungeva da fortezza militare e residenza della famiglia baronale De Sanctis. Oggi, nella parte alta del borgo, sono ben visibili i resti del castello. Nel centro storico c'è la chiesa di San Michele Arcangelo, patrono che si festeggia nel giorno in cui è stata consacrata dall'8 maggio del 1579. Ai piedi del paese c'è un'aia: “aia antica uso agricolo” un cerchio di pietre dove venivano battuti i legumi e pulito il grano.
Nel 1943, il paese ebbe un ruolo fondamentale perché, quando ci fu l'evasione di massa dal campo di concentramento di Sulmona, le famiglie roccolane offrirono rifugio a diversi prigionieri. Lo testimoniò lo scrittore sud africano Uys Krige nel suo libro “Libertà sulla Maiella”.
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