Parco e Slow Food insieme per gli Allevatori della Montagna Madre: siglato il “Manifesto per la rigenerazione delle comunità della Maiella”.
11-07-2022 11:43 - Notizie dal Parco
Una bella escursione con tanti partecipanti alla scoperta della biodiversità e della storia legata all’utilizzo pastorale del territorio dei prati “Quarti di Palena e di Pescocostanzo” e del Bosco Difesa di Sant’Antonio, sotto la guida di Aurelio Manzi, etnobotanico e storico dell’agricoltura, e Luciano Di Martino, botanico e direttore del Parco Nazionale della Maiella.
L’incontro del pomeriggio, moderato da Laura La Spada, ha visto i saluti dei referenti delle istituzioni regionali e locali e quelli del Parco Nazionale della Maiella, affidati al direttore Luciano Di Martino. Sono intervenuti quindi il vicepresidente di Slow Food Italia Federico Varazi e Francesca Fausta Gallo, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo, la portavoce Slow Food Abruzzo-Molise Rita Salvatore
Il botanico e naturalista Aurelio Manzi e Simone Angelucci, responsabile veterinario del Parco, hanno raccontato una Maiella che nasconde, e ancora narra, di un lungo, tenace, profondo rapporto tra l'uomo e la terra, e che racchiude in sè la storia dell'uomo e della natura: la Maiella è la montagna, certo, della transumanza, ma anche della piccola pastorizia stanziale che per secoli ha abitato e plasmato le nostre vallate.
Le numerose iniziative messe in atto dall’Ente Parco per la coesistenza con i grandi predatori, lupo e orso, si sono trasformate in un rapporto sempre più collaborativo, ove possibile, fatto di interventi nati ed attuati sui territori del parco, e a beneficio delle aziende zootecniche che vivono del rapporto insostituibile con i pascoli della Majella.
Tramite le misure messe in atto dal Parco con il progetto “Allevatori della Montagna Madre”, oltre 100 allevatori attualmente aderenti all’iniziativa hanno stabilito rapporti collaborativi e consuetudinari con l’Ente; partecipano ad iniziative di formazione e percepiscono un impegno costante dell’Ente a voler limitare le perdite legate non solo ai danni da predatori, ma anche a tutte le altre condizioni di difficoltà connesse alle pratiche zootecniche di montagna.
L’incontro si è arricchito del mercato dei produttori: casari, artigiani, produttori di piccola scala e aziende locali impegnate nella tutela dell’agrobiobiodiversità, quali le aziende locali “Fattoria Maiella”, di De Novellis Luigi di Caramanico, "Alla Casa Vecchia", di Sciore Virginia di Pacentro, di Padovani Anna di Pacentro; con loro altre aziende come la Cantina Orsogna che ha all’attivo con il Parco il progetto “Vola Volé Maiella National Park” fermentando i vini a partire dai lieviti della flora della Maiella, le aziende che producono e tutelano l’Aglio Rosso di Sulmona, l’Olivicola Casolana che ai piedi della Maiella, nel territorio dell’antica Cluviae, è già un presidio slow food per la produzione di oli extravergini e olive da mensa della varietà “Intosso”.
L’incontro del pomeriggio, moderato da Laura La Spada, ha visto i saluti dei referenti delle istituzioni regionali e locali e quelli del Parco Nazionale della Maiella, affidati al direttore Luciano Di Martino. Sono intervenuti quindi il vicepresidente di Slow Food Italia Federico Varazi e Francesca Fausta Gallo, preside della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Teramo, la portavoce Slow Food Abruzzo-Molise Rita Salvatore
Il botanico e naturalista Aurelio Manzi e Simone Angelucci, responsabile veterinario del Parco, hanno raccontato una Maiella che nasconde, e ancora narra, di un lungo, tenace, profondo rapporto tra l'uomo e la terra, e che racchiude in sè la storia dell'uomo e della natura: la Maiella è la montagna, certo, della transumanza, ma anche della piccola pastorizia stanziale che per secoli ha abitato e plasmato le nostre vallate.
Le numerose iniziative messe in atto dall’Ente Parco per la coesistenza con i grandi predatori, lupo e orso, si sono trasformate in un rapporto sempre più collaborativo, ove possibile, fatto di interventi nati ed attuati sui territori del parco, e a beneficio delle aziende zootecniche che vivono del rapporto insostituibile con i pascoli della Majella.
Tramite le misure messe in atto dal Parco con il progetto “Allevatori della Montagna Madre”, oltre 100 allevatori attualmente aderenti all’iniziativa hanno stabilito rapporti collaborativi e consuetudinari con l’Ente; partecipano ad iniziative di formazione e percepiscono un impegno costante dell’Ente a voler limitare le perdite legate non solo ai danni da predatori, ma anche a tutte le altre condizioni di difficoltà connesse alle pratiche zootecniche di montagna.
L’incontro si è arricchito del mercato dei produttori: casari, artigiani, produttori di piccola scala e aziende locali impegnate nella tutela dell’agrobiobiodiversità, quali le aziende locali “Fattoria Maiella”, di De Novellis Luigi di Caramanico, "Alla Casa Vecchia", di Sciore Virginia di Pacentro, di Padovani Anna di Pacentro; con loro altre aziende come la Cantina Orsogna che ha all’attivo con il Parco il progetto “Vola Volé Maiella National Park” fermentando i vini a partire dai lieviti della flora della Maiella, le aziende che producono e tutelano l’Aglio Rosso di Sulmona, l’Olivicola Casolana che ai piedi della Maiella, nel territorio dell’antica Cluviae, è già un presidio slow food per la produzione di oli extravergini e olive da mensa della varietà “Intosso”.