Le Forme del Paesaggio
In epoche geologiche recenti, i processi geomorfologici hanno modellato il paesaggio fino a dargli l’aspetto attuale, a partire dalle glaciazioni del Quaternario che hanno lasciato numerosi circhi e valli in quota (Anfiteatro Murelle e Valle di Femmina Morta). Inoltre, i fiumi hanno inciso profondi e lunghi valloni sui fianchi nord e orientale del massiccio, talvolta con gole molto strette, come la Valle delle Mandrelle - S. Spirito, la Valle di Taranta e la Valle dell’Orta.
Nell’area a sud del Parco, il Monte Porrara si erge a lato del Quarto di Santa Chiara, un altopiano tettono-carsico sito a 1250 m, parte degli Altopiani Maggiori D’Abruzzo. A sud est, la morfologia cambia nettamente: le vette rocciose e acuminate dei Monti Pizzi, insieme al Monte Secine, spiccano fra versanti più dolci costituiti da terreni argillosi attraversati da una fitta rete di ruscelli e torrenti. Il carsismo, inoltre, contribuisce a modellare il paesaggio del geoparco: sulla Maiella si contano più di 100 grotte, tra cui la Grotta del Cavallone, con abbondanti stalattiti e stalagmiti, e la Grotta Nera, con una tipica concrezione nota come “latte di monte”, morbida al tatto, alla cui genesi concorrono l’azione di batteri presenti nell’ambiente di grotta.
Nell’area a sud del Parco, il Monte Porrara si erge a lato del Quarto di Santa Chiara, un altopiano tettono-carsico sito a 1250 m, parte degli Altopiani Maggiori D’Abruzzo. A sud est, la morfologia cambia nettamente: le vette rocciose e acuminate dei Monti Pizzi, insieme al Monte Secine, spiccano fra versanti più dolci costituiti da terreni argillosi attraversati da una fitta rete di ruscelli e torrenti. Il carsismo, inoltre, contribuisce a modellare il paesaggio del geoparco: sulla Maiella si contano più di 100 grotte, tra cui la Grotta del Cavallone, con abbondanti stalattiti e stalagmiti, e la Grotta Nera, con una tipica concrezione nota come “latte di monte”, morbida al tatto, alla cui genesi concorrono l’azione di batteri presenti nell’ambiente di grotta.
La diffusa circolazione sotterranea rende il Parco apparentemente arido in quota, perché la pioggia e l’acqua di fusione delle nevi s’infiltrano facilmente nel sottosuolo per sgorgare nelle copiose sorgenti di valle.
Forme epigee del carsismo sono le doline, gli inghiottitoi e i karren (solchi e forme di corrosione). Alcune di queste sono osservabili anche nei gessi affioranti presso San Valentino in A.C.
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