La Maiella fa scuola di lupo in Europa
10-05-2021 10:20 - Notizie dal Parco
Continuano le collaborazioni internazionali del Wildlife Research Center del Parco.
Dopo le recenti esperienze con partner austriaci e tedeschi, nei giorni scorsi il Dott. Simone Angelucci, Veterinario del Wildlife Research Center del Parco, ha tenuto lezioni online a oltre 50 operatori portoghesi e oltre 400 operatori spagnoli (da 11 diverse regioni) impegnati nel riconoscimento e nella gestione delle predazioni del lupo sugli animali domestici. Il corso di formazione era organizzato dalla partnership del progetto Life Euro Large Carnivores, principalmente gestito dal WWF Spagna, dal WWF Portogallo, dall’Institute of Conservation of Nature and Forest e dall’associazione Rewilding Portugal e aveva l’obiettivo di formare guardie forestali, guardie parco, veterinari e tecnici incaricati all’accertamento dei danni da lupo sugli allevamenti. È stata anche un’occasione importante per confrontarsi con professionisti spagnoli e portoghesi su come stiano evolvendo le ricerche gestionali sul lupo in altri paesi. Tutto il territorio europeo è infatti interessato da una significativa ripresa demografica delle popolazioni dei grandi carnivori. Ci sono in Europa quasi 20 mila lupi e circa 17 mila orsi (i nostri, della sottospecie marsicano, sono poco più di una cinquantina… e questo ci deve far capire come sia ambiziosa la nostra sfida di conservazione) e molti governi nazionali e regionali stanno affrontando attivamente la questione di un’interfaccia tra animali selvatici e uomo che è in continua evoluzione. I carnivori sono di certo in condizioni di conservazione più favorevoli rispetto a qualche decennio fa, per il lupo, per esempio, perché sono aumentate le sue prede selvatiche, cinghiali, cervi, caprioli, quasi in tutti i territori del continente. Ma l’uomo, soprattutto negli ultimi 50 anni, ha abbandonato montagne e campagne, riversandosi nei grandi centri urbani. I selvatici trovano ampie aree di rifugio nei terreni una volta coltivati, oggi abbandonati dall’uomo, fino a ricolonizzare aree per noi del tutto inaspettate. La nuova relazione tra uomini e animali selvatici è dunque certamente un effetto positivo di anni di conservazione, ma impone sfide di gestione e competenze consolidate. Per questo i tecnici del Parco della Maiella sono impegnati ad “esportare” il modello Maiella a contesti internazionali che guardano con grande interesse la nostra esperienza e il nostro modello di coesistenza.