24 Dicembre 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare

L'artigianato nel Parco

La grande tradizione artigianale della Majella si perpetua ancora oggi grazie agli orafi, alle merlettaie, gli intagliatori, gli scalpellini, ai ceramisti, fabbri e tessitori che lavorano nei borghi del Parco.La “Presentosa” è il gioiello simbolo della tradizione orafa del Parco, che rivive con le storiche scuole di Guardiagrele, Pescocostanzo e Sulmona dove si realizzano, secondo disegni antichi e con una raffinata lavorazione, le collane di Guardiagrele, le spille, gli anelli, i ciondoli in filigrana e i tipici orecchini di Pescocostanzo.

Eccezionali i lavori in ferro battuto prodotti nelle antiche botteghe di Guardiagrele e Pescocostanzo, e forgiato secondo l'antica tradizione. Tra i lavori più belli nel Parco, da non perdere è la cancellata barocca nella Cappella del Sacramento della Collegiata di S. Maria del Colle a Pescocostanzo.

La bianca pietra della Majella, inizialmente usata per innalzare mura a difesa delle comunità italiche o per farne colonne e basamenti per i templi e i fori dei Municipi Romani, viene oggi utilizzata per statue, bassorilievi ed elementi d'arredo. I borghi più noti per la lavorazione della pietra sono Pescocostanzo, San Valentino, Lettomanoppello, Manoppello, Pennapiedimonte.

L'antica arte della ceramica sopravvive solo a Rapino dove la produzione assume un tono quasi popolaresco, con smalti e colori assai brillanti e motivi tradizionali come il “fioraccio”, le roselline, il galletto, le decorazioni a paese, a quartiere e a tovaglia.

Tradizionale è anche la produzione dei tessuti come coperte, panni di lana, teli di lino e cotone. A Taranta Peligna viene ancora tessuta la “taranta”, un panno di lana molto usato fin dal Cinquecento, mentre un'altra produzione tessile di pregio è rappresentata dal “merletto a tombolo”, oggi quasi esclusiva di Pescocostanzo, dove è rinata grazie all'apertura di una scuola del tombolo.

Quasi scomparsa è la lavorazione del legno e che invece un tempo era molto praticata dai pastori per la creazione di oggetti da lavoro, per la casa, per la cura della persona. A Pretoro rimangono gli ultimi “fusai” che, oltre a creare le forme di un tempo per gli usi domestici (mortai, matterelli) realizzano sedie, chitarre per la pasta, mestoli, cucchiai, forchettoni e intagliano cornici, statuette e altri oggetti d'arredo.
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