Il Cacio Morra, l'eredità ritrovata della pastorizia della Maiella
03-08-2023 17:33 - Notizie dal Parco
L'Abruzzo è terra di transumanza, si sa. Ma c'è un'altra pastorizia, che difficilmente si trova nei documenti storici, poco raccontata nei libri, quasi mai citata nelle poesie, meno nota delle migrazioni di armenti dannunziane, che invece, per secoli, silenziosamente, ha popolato le valli e i pendii delle nostre montagne di pecore, capre, pastori, saperi e fatiche dell'uomo.
Si tratta della pastorizia non transumante, di quella prassi antichissima di riunire le poche capre e pecore possedute da ciascuna famiglia dei nostri paesi, in "morre", greggi di circa 300 capre e pecore che venivano condotte nelle vallate della Maiella (e non nei ricchi pascoli di quota, destinati ai grossi proprietari armentizi, i "locati" della transumanza): esse assicuravano la giusta quota di formaggi a tutti i piccoli proprietari, secondo le regole non scritte di una turnazione che si fondava sulla "misurazione del latte" che, insieme, tutti facevano nel giorno in cui si "ammorravano" le pecore e si consegnavano ad un unico pastore, che ne avrebbe avuto custodia per la stagione di pascolo.
Da queste morre di capre e pecore, tutte le famiglie dei paesi della Maiella ottenevano il formaggio, misto, pecorino e caprino, appunto, che veniva riposto in cantina e consumato quotidianamente.
Gli "Allevatori della Montagna Madre" insieme al Parco Nazionale della Maiella, hanno riscoperto e ritrovato questo formaggio, il Cacio delle morre, ne hanno ricordato i metodi tradizionali di produzione, ne hanno fissato i parametri, fedeli alla memoria dei padri, lo hanno riportato su un disciplinare di produzione, adeguato ai nostri tempi e alla normativa di legge e gli hanno dato un marchio. Un marchio che riconosce un valore di identità, di comunità, di sostenibilità e di qualità. I piccoli allevamenti della Maiella, accreditati dal Parco, mediante un'agenzia di certificazione indipendente, con i loro caseifici aziendali, sono oggi luogo funzionale di riqualificazione ambientale, con la tutela degli ambienti pascolivi, di coesistenza, perché esercitano quotidianamente la cura e l'attenzione necessaria che li rende, quasi sempre, non vulnerabili agli attacchi dei predatori, di valorizzazione territoriale, perché esprimono il legame al territorio che è necessario a qualificare l'offerta turistica.
Il Parco Nazionale della Maiella è lieto di poter annunciare che domani, 4 Agosto, nel centro storico di Roccamorice, l'ultimo paese che abbia conservato, fino a pochi anni fa, la presenza di una morra funzionante come nei tempi passati, si terrà l'evento di presentazione del "Cacio Morra" e delle iniziative di certificazione di qualità dei caseifici degli "Allevatori della Montagna Madre".
Alle ore 17.00 è prevista la Conferenza di presentazione e la mostra mercato con le aziende del Parco, alle ore 19.30 una degustazione guidata con il Cacio Morra, prodotti del territorio e Vini Vola Volé Park e, a seguire, un concerto di musica popolare con reading letterario di Cunta Terra.
Si tratta della pastorizia non transumante, di quella prassi antichissima di riunire le poche capre e pecore possedute da ciascuna famiglia dei nostri paesi, in "morre", greggi di circa 300 capre e pecore che venivano condotte nelle vallate della Maiella (e non nei ricchi pascoli di quota, destinati ai grossi proprietari armentizi, i "locati" della transumanza): esse assicuravano la giusta quota di formaggi a tutti i piccoli proprietari, secondo le regole non scritte di una turnazione che si fondava sulla "misurazione del latte" che, insieme, tutti facevano nel giorno in cui si "ammorravano" le pecore e si consegnavano ad un unico pastore, che ne avrebbe avuto custodia per la stagione di pascolo.
Da queste morre di capre e pecore, tutte le famiglie dei paesi della Maiella ottenevano il formaggio, misto, pecorino e caprino, appunto, che veniva riposto in cantina e consumato quotidianamente.
Gli "Allevatori della Montagna Madre" insieme al Parco Nazionale della Maiella, hanno riscoperto e ritrovato questo formaggio, il Cacio delle morre, ne hanno ricordato i metodi tradizionali di produzione, ne hanno fissato i parametri, fedeli alla memoria dei padri, lo hanno riportato su un disciplinare di produzione, adeguato ai nostri tempi e alla normativa di legge e gli hanno dato un marchio. Un marchio che riconosce un valore di identità, di comunità, di sostenibilità e di qualità. I piccoli allevamenti della Maiella, accreditati dal Parco, mediante un'agenzia di certificazione indipendente, con i loro caseifici aziendali, sono oggi luogo funzionale di riqualificazione ambientale, con la tutela degli ambienti pascolivi, di coesistenza, perché esercitano quotidianamente la cura e l'attenzione necessaria che li rende, quasi sempre, non vulnerabili agli attacchi dei predatori, di valorizzazione territoriale, perché esprimono il legame al territorio che è necessario a qualificare l'offerta turistica.
Il Parco Nazionale della Maiella è lieto di poter annunciare che domani, 4 Agosto, nel centro storico di Roccamorice, l'ultimo paese che abbia conservato, fino a pochi anni fa, la presenza di una morra funzionante come nei tempi passati, si terrà l'evento di presentazione del "Cacio Morra" e delle iniziative di certificazione di qualità dei caseifici degli "Allevatori della Montagna Madre".
Alle ore 17.00 è prevista la Conferenza di presentazione e la mostra mercato con le aziende del Parco, alle ore 19.30 una degustazione guidata con il Cacio Morra, prodotti del territorio e Vini Vola Volé Park e, a seguire, un concerto di musica popolare con reading letterario di Cunta Terra.
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