Fara San Martino
Via Municipio, 1
66015 Fara San Martino (CH)
Telefono: 0872980155
Sito internet: www.comune.farasanmartino.ch.it
66015 Fara San Martino (CH)
Telefono: 0872980155
Sito internet: www.comune.farasanmartino.ch.it
Email: info@farasanmartino.org
PEC: comune.farasanmartino@halleycert.it
Densità: 28,77 abitanti per km²
Estensione: 44,69 km²
Popolazione: 1286 (Istat, novembre 2022)
Nome abitanti: Faresi
Densità: 28,77 abitanti per km²
Estensione: 44,69 km²
Popolazione: 1286 (Istat, novembre 2022)
Nome abitanti: Faresi
Dove si trova
Che tempo fa
Fara San Martino è situata sul versante orientale della Maiella a 440 m s.l.m., incorniciata dalle gole della Valle di Santo Spirito e della Val Serviera. È conosciuta come “la capitale della pasta” grazie alla presenza di numerosi pastifici che utilizzano l'acqua delle sorgenti del Fiume Verde, che attraversa il paese.
Abitato sin dal Paleolitico per via della sua conformazione, il territorio di Fara nel periodo italico era un insediamento dei Carricini.
Con l'arrivo dei benedettini nel IX-X secolo si hanno anche le prime notizie di insediamenti, come testimoniato da alcuni documenti riguardanti l'abbazia di San Martino in Valle. Quest'ultima, situata presso le gole di Fara San Martino, fu abbandonata definitivamente nel 1819 in seguito a un’alluvione che la ricoprì di detriti. I resti sono stati riportati alla luce in seguito agli scavi archeologici del 2009.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il paese venne notevolmente danneggiato e gli unici elementi originari sono concentrati nel borgo medioevale di Terravecchia, porzione più antica della cittadina. Al borgo di Terravecchia si accede dalla “Porta del Sole”, situata nella piazza principale e risalente ai primi anni del Settecento. Tra gli edifici di interesse religioso ci sono la Chiesa di San Pietro Apostolo, la Chiesa di San Nicola, la Cappella della Santissima Trinità, la Chiesa della Santissima Annunziata, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa della Madonna del Suffragio, la Chiesetta della Madonna dell'uliveto e la Chiesa di San Remigio, sede della parrocchia cittadina che ospita una pala d'altare dedicata a Sant'Antonio da Padova, patrono del paese festeggiato il 24 agosto.
Le gole di Fara San Martino e il monastero, cosi come le sorgenti del Fiume Verde, sono stati riconosciuti come geositi UNESCO nell'ambito della recente nomina a Geoparco del Parco Nazionale della Maiella.
Con l'arrivo dei benedettini nel IX-X secolo si hanno anche le prime notizie di insediamenti, come testimoniato da alcuni documenti riguardanti l'abbazia di San Martino in Valle. Quest'ultima, situata presso le gole di Fara San Martino, fu abbandonata definitivamente nel 1819 in seguito a un’alluvione che la ricoprì di detriti. I resti sono stati riportati alla luce in seguito agli scavi archeologici del 2009.
Durante la Seconda Guerra Mondiale il paese venne notevolmente danneggiato e gli unici elementi originari sono concentrati nel borgo medioevale di Terravecchia, porzione più antica della cittadina. Al borgo di Terravecchia si accede dalla “Porta del Sole”, situata nella piazza principale e risalente ai primi anni del Settecento. Tra gli edifici di interesse religioso ci sono la Chiesa di San Pietro Apostolo, la Chiesa di San Nicola, la Cappella della Santissima Trinità, la Chiesa della Santissima Annunziata, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa della Madonna del Suffragio, la Chiesetta della Madonna dell'uliveto e la Chiesa di San Remigio, sede della parrocchia cittadina che ospita una pala d'altare dedicata a Sant'Antonio da Padova, patrono del paese festeggiato il 24 agosto.
Le gole di Fara San Martino e il monastero, cosi come le sorgenti del Fiume Verde, sono stati riconosciuti come geositi UNESCO nell'ambito della recente nomina a Geoparco del Parco Nazionale della Maiella.
Dal un punto di vista culturale e divulgativo, inoltre, si consiglia la visita al Museo naturalistico e Centro del Parco Nazionale della Maiella e alla Gualchiera “Orsatti”, struttura impiegata nella manifattura laniera e oggi visitabile all'interno del Centro di Documentazione del Fiume Verde.
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