Eremi e luoghi di culto rupestre
Le peculiarità del territorio della MaIella, l’asprezza dei caratteri morfologici, l’imponenza delle cime delle montagne, hanno da sempre associato a questo territorio l’immagine di un’area selvaggia, difficile da abitare.
Questo ambiente, che da sempre ha accolto piccole comunità di agricoltori e soprattutto pastori sparsi nel territorio intorno a chiese ed abbazie, ha costituito l’humus ideale per eremiti e mistici che si sono insediati nelle aree più impervie e isolate della montagna, lontano dagli uomini, in preghiera e contemplazione di Dio, immersi in questi grandi spazi naturali selvaggi.
Questo ambiente, che da sempre ha accolto piccole comunità di agricoltori e soprattutto pastori sparsi nel territorio intorno a chiese ed abbazie, ha costituito l’humus ideale per eremiti e mistici che si sono insediati nelle aree più impervie e isolate della montagna, lontano dagli uomini, in preghiera e contemplazione di Dio, immersi in questi grandi spazi naturali selvaggi.
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Le testimonianze di questa particolare presenza religiosa, dei rapporti profondi e della venerazione che questi asceti hanno impresso nella cultura delle comunità locali, sono molteplici ed ancora oggi le tracce di questo passato sono diffuse e vive tra la gente della MaIella e dell’Abruzzo interno.
La figura più emblematica è stata senza ombra di dubbio Pietro Angelerio, noto come Pietro da Morrone eremita e poi divenuto Papa con il nome di Celestino V.
Tuttora le tracce di questo passato nel Parco Nazionale della MaIella, gli insediamenti eremitici e monastici ancora perfettamente conservati ed inseriti nel contesto ambientale selvaggio che si è mantenuto simile a quello originale dell'epoca, le tradizioni, le manifestazioni religiose, ecc., restano ad imprimere in maniera impressionante l’immagine di questi territori e possono essere fruite da un visitatore consapevole offrendo una chiave di lettura forte e profonda del territorio.
La figura più emblematica è stata senza ombra di dubbio Pietro Angelerio, noto come Pietro da Morrone eremita e poi divenuto Papa con il nome di Celestino V.
Tuttora le tracce di questo passato nel Parco Nazionale della MaIella, gli insediamenti eremitici e monastici ancora perfettamente conservati ed inseriti nel contesto ambientale selvaggio che si è mantenuto simile a quello originale dell'epoca, le tradizioni, le manifestazioni religiose, ecc., restano ad imprimere in maniera impressionante l’immagine di questi territori e possono essere fruite da un visitatore consapevole offrendo una chiave di lettura forte e profonda del territorio.
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