27 Luglio 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare

Allevatori della Montagna Madre

Un’alleanza nuova per la custodia della Maiella
L’esperienza maturata, a partire dal 2001, con il Progetto Qualità e le iniziative messe in campo in favore della zootecnia sostenibile del Parco sono oggi raccolte ed ulteriormente sviluppate nel programma “Allevatori della Montagna Madre”.

Una nuova prospettiva e una nuova fase collaborativa, che nasce dalla consapevolezza che gli allevatori del Parco sono non solo attori fondamentali nel concepire un reale e consapevole livello di tutela dei territori, ma che sono gli unici concreti custodi del patrimonio naturale rappresentato dai pascoli della Maiella.

Un percorso che si arricchisce di iniziative per favorire una nuova consapevolezza sul valore dei pascoli del parco, anche mediante supporti scientifici ed incentivi per l’ottimizzazione della gestione dei pascoli individuati come habitat 6170-6210-6230-6510 dell'Allegato I della Direttiva 43/92/CEE.

Un’alleanza nuova per la Majella, che riconosce agli allevatori il ruolo di custodi dell’ambiente e dell’identità della Montagna Madre.
Obiettivi del programma

  • Il recupero della consapevolezza del ruolo che le produzioni agro-zootecniche sostenibili e gli imprenditori agricoli assumono nella gestione del territorio del Parco;
  • La tutela delle attività zootecniche ispirate alla storia della Montagna Madre, caratterizzate dal legame funzionale con il territorio e dal rispetto del benessere animale;
  • La tutela delle conoscenze e il consolidamento delle buone pratiche relative all’utilizzo sostenibile dei pascoli;
  • Il consolidamento del raggiunto livello di coesistenza tra allevamenti e lupo e orso, della quale gli allevatori della Majella sono modello riconosciuto in Italia e nel mondo;
  • La ricerca di forme sostenibili ed innovative di sviluppo del settore agro-zootecnico nel pieno rispetto degli obiettivi di tutela delle specie animali e vegetali selvatiche;
  • Il rafforzamento di un sistema di sorveglianza sanitaria degli allevamenti all’interno del Parco, che consenta la conduzione di ricerche finalizzate alla comprensione delle interazioni sanitarie tra animali domestici e selvatici, oltre che l’effettuazione di un servizio di assistenza e consulenza agli allevatori;
  • La valorizzazione delle filiere corte, quale espressione ideale del legame con il territorio delle aziende del Parco, sia in termini di sostenibilità ecologica, sia di qualità degli alimenti, sia di consolidamento di un segmento dell’offerta turistica legato alla valorizzazione dell’identità culturale dei paesi della Majella;
  • Ricercare, valorizzare, divulgare e, ove possibile, innovare, antiche pratiche produttive legate alla tradizione pastorale della Majella, rendendole occasione per lo sviluppo di disciplinari di produzione condivisi tra gli allevatori del Parco, nonché di iniziative di marketing territoriale.

Requisiti
L’adesione al progetto è subordinata all’adempimento di tutti gli obblighi stabiliti dalla normativa nazionale vigente in materia di anagrafe dei capi (bestiame e cani da pastore), registrazione dei trattamenti terapeutici e profilassi di Stato, oltre che alla sottoscrizione degli adempimenti richiesti e alla espressa disponibilità a collaborare con l’Ente Parco nelle attività di ricerca e gestione.L’adesione al progetto è subordinata all’adempimento di tutti gli obblighi stabiliti dalla normativa nazionale vigente in materia di anagrafe dei capi (bestiame e cani da pastore), registrazione dei trattamenti terapeutici e profilassi di Stato, oltre che alla sottoscrizione degli adempimenti richiesti e alla espressa disponibilità a collaborare con l’Ente Parco nelle attività di ricerca e gestione.
Adempimenti richiesti
  1. Gestione del pascolo e dei ricoveri. L’allevatore è tenuto a dare all’Ente Parco, se richiesto per motivi di ricerca o di gestione, comunicazione dei pascoli in suo possesso o avuti in cessione/fida, indicando il numero di capi che vi pascoleranno, l’adempimento agli obblighi sanitari ed altre notizie secondo apposita scheda che verrà fornita dall’Ente stesso ed aggiornata periodicamente. Gli stazzi e le strutture di servizio del personale vanno tenute in adeguate condizioni di pulizia e decoro. E’ vietata qualsiasi realizzazione ex novo di strutture funzionali all’esercizio del pascolo se non autorizzata dall’Ente Parco.
  2. Ricerche relative allo stato sanitario del bestiame monticante. Il Parco ha predisposto un servizio di sorveglianza dell’interfaccia domestici/selvatici al fine di assolvere alle esigenze di sorveglianza dello stato di salute delle popolazioni selvatiche, ma che risulta essere un servizio utile ed aggiuntivo per gli allevatori del Parco, svolto sempre in collaborazione con le AASSLL competenti, con l’Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise, con i medici veterinari liberi professionisti e con Università o altri enti di ricerca coinvolti di volta in volta per specifici approfondimenti. Con l’adesione al programma, l’allevatore si rende disponibile a collaborare a tali iniziative di ricerca, gratuitamente e senza oneri aggiuntivi, consentendo eventuali campionamenti in stalla o sui pascoli.
  3. Custodia del bestiame. La custodia del bestiame al pascolo è condizione necessaria alla prevenzione delle aggressioni da parte dei predatori e al corretto utilizzo dei pascoli, nonché della qualità della produzione, come insegna l’antica tradizione pastorale dei nostri padri. Va dunque costantemente applicata, rispettata nelle diverse condizioni ambientali, consolidata o rimodulata, se possibile, attraverso l’innovazione, a beneficio delle economie aziendali e della coesistenza della zootecnia di montagna con il lupo e con l’orso, protetti dal Parco e dalla normativa nazionale ed europea. L’allevatore garantisce dunque la costante custodia degli animali al pascolo attraverso la propria persona o il lavoro di addetti regolarmente assunti, anche al fine di impedire lo sconfinamento delle mandrie/greggi in altri pascoli, in proprietà private, in aree coltivate; la custodia degli animali va garantita inoltre durante gli attraversamenti stradali e nelle vicinanze dei centri abitati. Gli allevatori o i custodi provvederanno ad evitare, per quanto possibile, situazioni di promiscuità al pascolo tra mandrie/greggi di diversi allevamenti. E’ promosso l’uso dei cani di razza Pastore Abruzzese, a’ fini di guardiania, come da tradizione, e di cani “paratori” (conduttori) adeguatamente addestrati nella conduzione al pascolo del bestiame. L’allevatore è tenuto alla stretta limitazione dei movimenti dei cani al di fuori dei periodi di lavoro, nonché alla gestione razionale delle femmine, della riproduzione e dei nuovi nati.
  4. Indennizzo e prevenzione dei danni al patrimonio zootecnico causati da animali protetti. I Comandi stazione dei Carabinieri Forestali, come da apposito regolamento, raccolgono la denuncia di danno, con la quale si avvia l’iter per l’indennizzo dei danni, in caso di predazione accertata da lupo, orso o da piccoli carnivori. La partecipazione del veterinario del Parco al sopralluogo è non solo a garanzia del corretto accertamento del danno e dunque a beneficio degli allevatori realmente interessati dalla problematica delle predazioni da selvatici, ma consente anche di avviare un’analisi delle vulnerabilità aziendali eventualmente rilevate, in modo da concordare i migliori sistemi di prevenzione possibili, tali da poter essere appositamente definiti e finanziati dall’Ente Parco. L’allevatore è tenuto a conservare la carcassa nelle migliori condizioni ed in particolare ad evitare che l’intervento secondario di animali necrofagi possa rendere impossibile il rilievo necroscopico.
  5. Autorizzazioni per il pascolo. Gli allevatori del Parco sono tenuti a richiedere apposita autorizzazione per l’utilizzo dei pascoli in zona A (Riserva integrale). Per le altre zone di Piano (B, riserva generale orientata e C, aree di protezione) gli allevatori aderenti al programma sono tenuti comunque a dare apposita comunicazione all’Ente Parco, in modo da poter sviluppare in tempi congrui le misure eventualmente richieste o necessarie ad una corretta gestione del pascolo interessato. E’ fatto divieto di utilizzare concimi chimici e/o fertilizzanti e/o fitofarmaci di alcun tipo sui pascoli e sui prati-pascoli. L’unica pratica di concimazione consentita, oltre che nei pascoli anche nelle colture foraggere, è l’utilizzazione del concime organico (letame).
  6. Alimentazione degli animali. Gli allevamenti che aderiscono al programma devono connotarsi per un effettivo collegamento funzionale con il territorio del Parco Nazionale della Majella, per questo si rende necessaria un’opportuna correlazione tra UBA e superfici disponibili (proprietà, affitto, concessione, comodato, usi civici ecc). La razione annuale degli animali deve auspicabilmente provenire per la maggior parte dall’azienda stessa o almeno da aziende ricadenti nel territorio del Parco Nazionale della Majella e delle aree limitrofe. Ove i danneggiamenti alle colture da fauna selvatica rendano difficile o impraticabile per le aziende zootecniche l’effettivo collegamento con il territorio, l’Ente Parco provvede ad elaborare, insieme all’allevatore, un apposito programma finanziato per la tutela delle foraggere e delle altre colture necessarie all’alimentazione degli animali.
Incentivi
Compatibilmente con le disponibilità economiche dell’Ente Parco e con le risorse appositamente assegnate annualmente al programma, gli “Allevatori della Montagna Madre” possono beneficiare dei seguenti contributi ovvero delle seguenti misure di assistenza.

  1. Prevenzione danni da predatori: analisi dei contesti di vulnerabilità aziendale, finanziamento di mezzi di prevenzione o cessione gratuita di presidi adattati allo specifico contesto ambientale e aziendale, pensati insieme all’allevatore;
  2. Cessione di recinzioni metalliche o elettrificate modulari per la gestione degli stazzi estivi;
  3. Adesione alla rete di collaborazione per la diffusione e il miglioramento delle prestazioni di lavoro del Cane da Pastore Abruzzese, cessione di riproduttori, cuccioli, monitoraggio delle prestazioni dei cani;
  4. Studio ed attuazione di particolari strutture temporanee per la gestione degli animali al pascolo ovvero assistenza per la riqualificazione dei siti abitualmente impiegati per gli stazzi estivi;
  5. Incentivi e rimborsi (al 50%) per i trattamenti sanitari profilattici ed antiparassitari sugli animali al pascolo, ovvero finanziamento al 100% di trattamenti fitoterapici, ove indicati;
  6. Supporto ai programmi di miglioramento genetico per razze tradizionalmente allevate;
  7. Assistenza gratuita e sostegni economici in caso di particolari difficoltà di carattere gestionale o sanitario, in collaborazione con le AASSLL competenti e i medici veterinari aziendali;
  8. Acquisto dei capi a fine carriera non altrimenti venduti, per l’alimentazione dei lupi in area faunistica;
  9. Adesione al programma di “restituzione della pecora” predata.
  10. Supporto scientifico per la valutazione del valore pabulare, la gestione dei pascoli, l’elaborazione di disciplinari di produzione.

L’adesione al programma consente all’allevatore di richiedere l’attivazione dei suddetti incentivi, previa indagine e verifica puntuale delle effettive necessità da parte dell’Ufficio Veterinario del Parco.
L’imprenditore zootecnico che aderisce al programma può, in qualsiasi momento e mediante comunicazione scritta all’Ente Parco, ritirare la propria adesione. Il ritiro dell’adesione comporta la rinuncia immediata agli incentivi ed ai contributi previsti.
Info sul progetto
SEDE SCIENTIFICA DEL PARCO
Field Study Center - Wildlife Research Center
Via del Vivaio, Caramanico Terme (PE)
Tel. 0864.2570330 - 331 – 332
Dott. Simone Angelucci cell. 348.6729632 simone.angelucci@parcomajella.it

SEDE DI LAMA DEI PELIGNI
Località Colle, Via D. Madonna, Lama dei Peligni (CH)
Tel. 0864.2570301
Sig. Luca Madonna cell. 3939325377 luca.madonna@parcomajella.it

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