La Grotta del Cavallone
Nell'ipogeo che ha ispirato le scenografie della Figlia di Iorio
La Grotta si apre in una scoscesa parete rocciosa nello splendido Vallone di Taranta a quota 1.475 m, lungo il versante est della Majella. Si sviluppa in direzione N-S e misura oltre 1,5 km. Il percorso turistico copre i primi 1.360 m. La temperatura, costante tutto l'anno, è intorno ai 10°C. Si tratta di una grotta carsica scavata in calcareniti e calcari selciferi, datati fra i 65 e i 23 milioni di anni fa, per l'azione di acque risalenti dal sottosuolo. Questa sua origine ipogenica spiega la presenza di minerali rari nel carsismo dei calcari, come l'alunite e il gesso. Numerosi sono gli speleotemi presenti all'interno, soprattutto stalagmiti. Una delle più grandi, alta più di 2 m, si trova vicino all'ingresso. La grotta è frequentata da pipistrelli soprattutto durante il periodo invernale. Le prime testimonianze di visita risalgono al 1666, ma il 1865 è considerato l'anno della vera e propria scoperta. E' nota anche come Grotta della Figlia di Iorio in quanto ispirò la sceneggiatura dell'omonima tragedia dannunziana. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata come rifugio dagli abitanti di Taranta: le donne e i bambini si rifugiarono qui, mentre gli uomini nella vicina Grotta del Bove. Il Cavallone è quindi un insieme di geologia, natura, cultura e storia per cui è stata inserita nei geositi del Parco.
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