Il Geoparco e l'Uomo
Il territorio del Geoparco, è stato vissuto, abitato, interpretato fin dagli albori dell'umanità, lungo una storia lunga circa 800.000 anni: un territorio da sempre sostegno, riparo e occasione di sviluppo economico, pur nella difficoltà insita nella sua morfologia aspra, e tuttavia sapientemente sfruttato da chi vi ha avuto dimora.
L'erosione carsica, con la formazione di numerose nicchie, ha concesso riparo agli uomini, sin dal Paleolitico. Inoltre la presenza di fiumi e antichi laghi ha facilitato la permanenza degli insediamenti umani. Appellata da molti come Montagna Sacra, è scenario di numerosi eremi incastonati nella roccia, molti di questi tutt'ora legati a tradizioni e feste popolari e religiose. Il mondo agropastorale è protagonista di questi versanti dove le capanne ed i muretti di pietra a secco sono elementi distintivi del paesaggio. Dopo un periodo di abbandono delle aree interne di montagna, legato allo sviluppo industriale a valle, l'agricoltura sta di nuovo trovando un momento di sviluppo all'interno del territorio del Parco. Nel versante settentrionale della Maiella il mondo agro-pastorale incontra il mondo industriale: per più di un secolo, questi stono stati i luoghi degli insediamenti dell'attività estrattiva di bitume, noti come Bacino Minerario della Maiella.
Gli imbocchi delle gallerie e delle miniere sono molteplici, e si sviluppano su un ampio areale, interessando il territorio di 6 Comuni. Quelli che oggi chiamiamo reperti di archeologia industriale (teleferiche, cavi, ingranaggi, carrelli e ferrovie) sono parte integrale del paesaggio e raccontano la vita dei minatori e delle minatrici. Queste caratteristiche hanno permesso di inserire uno dei complessi minerari della Maiella, quello di Acquafredda, nel catalogo dei 95 geositi citati in precedenza, all'interno del dossier di candidatura Unesco, allo scopo di promuoverne la conoscenza, la valorizzazione e la tutela, affinché questa parte del patrimonio naturalistico-antropologico del Parco possa essere preservata e raccontata alle generazioni future.
L'erosione carsica, con la formazione di numerose nicchie, ha concesso riparo agli uomini, sin dal Paleolitico. Inoltre la presenza di fiumi e antichi laghi ha facilitato la permanenza degli insediamenti umani. Appellata da molti come Montagna Sacra, è scenario di numerosi eremi incastonati nella roccia, molti di questi tutt'ora legati a tradizioni e feste popolari e religiose. Il mondo agropastorale è protagonista di questi versanti dove le capanne ed i muretti di pietra a secco sono elementi distintivi del paesaggio. Dopo un periodo di abbandono delle aree interne di montagna, legato allo sviluppo industriale a valle, l'agricoltura sta di nuovo trovando un momento di sviluppo all'interno del territorio del Parco. Nel versante settentrionale della Maiella il mondo agro-pastorale incontra il mondo industriale: per più di un secolo, questi stono stati i luoghi degli insediamenti dell'attività estrattiva di bitume, noti come Bacino Minerario della Maiella.
Gli imbocchi delle gallerie e delle miniere sono molteplici, e si sviluppano su un ampio areale, interessando il territorio di 6 Comuni. Quelli che oggi chiamiamo reperti di archeologia industriale (teleferiche, cavi, ingranaggi, carrelli e ferrovie) sono parte integrale del paesaggio e raccontano la vita dei minatori e delle minatrici. Queste caratteristiche hanno permesso di inserire uno dei complessi minerari della Maiella, quello di Acquafredda, nel catalogo dei 95 geositi citati in precedenza, all'interno del dossier di candidatura Unesco, allo scopo di promuoverne la conoscenza, la valorizzazione e la tutela, affinché questa parte del patrimonio naturalistico-antropologico del Parco possa essere preservata e raccontata alle generazioni future.
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