Il Patrimonio immateriale
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Il patrimonio geologico della Maiella intreccia la sua storia ed evoluzione con la storia dell’uomo che da sempre ne ha abitato rupi, grotte, pianori e vallate.
Il patrimonio cosiddetto “immateriale” avanza di pari passo alla valorizzazione dell’intero territorio del Geoparco, nei suoi elementi più o meno noti, come i muretti a secco, le tradizioni locali, la cultura.
Le feste popolari dei comuni del Parco sono importanti testimonianze di una cultura forestale, rurale e pastorale. Inoltre, con l’atmosfera gioiosa del tempo festivo, arrivano anche i riti e le pratiche fortemente legati ad una spiritualità antica: il calendario delle feste scandisce la vita delle comunità. Tra le più note ci sono: il Presepe Vivente di Rivisondoli, la Festa di S. Antonio Abate, le panicelle di San Biagio a Taranta Peligna, la processione del Venerdì Santo e della Madonna “che scappa” a Sulmona, la Festa di S. Domenico a Pretoro, la Processione delle “Verginelle” a Rapino, la “Corsa degli Zingari” a Pacentro.
Il patrimonio cosiddetto “immateriale” avanza di pari passo alla valorizzazione dell’intero territorio del Geoparco, nei suoi elementi più o meno noti, come i muretti a secco, le tradizioni locali, la cultura.
Le feste popolari dei comuni del Parco sono importanti testimonianze di una cultura forestale, rurale e pastorale. Inoltre, con l’atmosfera gioiosa del tempo festivo, arrivano anche i riti e le pratiche fortemente legati ad una spiritualità antica: il calendario delle feste scandisce la vita delle comunità. Tra le più note ci sono: il Presepe Vivente di Rivisondoli, la Festa di S. Antonio Abate, le panicelle di San Biagio a Taranta Peligna, la processione del Venerdì Santo e della Madonna “che scappa” a Sulmona, la Festa di S. Domenico a Pretoro, la Processione delle “Verginelle” a Rapino, la “Corsa degli Zingari” a Pacentro.
La grande tradizione dell’artigianato della Maiella continua ancora oggi grazie agli orafi, alle merlettaie, agli intagliatori, agli scalpellini, ai ceramisti, ai fabbri e ai tessitori che lavorano nei paesi del Parco (ovvero la “Presentosa” che è un celebre gioiello della tradizione orafa del Parco). Le materie prime come calcare e gesso hanno fortemente influenzato l’architettura e lo sviluppo della capacità delle comunità di estrarre e scolpire la pietra, come nelle botteghe manifatturiere di Pescocostanzo, San Valentino, Manoppello, Lettomanoppello e Pennapiedimonte. Le antiche ceramiche sopravvivono solo a Rapino, dove la produzione ha un carattere popolare, con smalti e colori molto accesi e con motivi tradizionali come il cosiddetto “fioraccio” (tipico decoro floreale), le roselline, il galletto, e le cosiddette decorazioni “a paese” (fantasie di paese), “a quartiere” (fantasie suddivise in piccole aree) e “a tovaglia” (fantasie simili a quelle delle tovaglie).
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