Eremo Madonna di Coccia
Dove si trova
Lungo il sentiero per Guado di Coccia a circa 1480 m s.l.m. Campo di Giove L'Aquila Abruzzo Telefono: 0864576185 E-mail: campodigiove@parcomajella.it |
Come si raggiunge
L'Eremo si raggiunge seguendo il Sentiero della rete sentieristica del Parco Nazionale della Maiella L (sentiero della Libertà) |
Costruito in appoggio ad una roccia, l'eremo si inserisce in senso trasversale rispetto al pendio della montagna, adattandosi all'orografia del terreno. È formato da due ambienti: una piccola chiesa rettangolare e un settore abitativo d'impianto quadrangolare contiguo alla chiesa, ma ad una quota più bassa.
La chiesa presenta in facciata un portale settecentesco e due finestrelle rettangolari in pietra grigia, simili a quelle di San Michele Arcangelo di Pescocostanzo, mentre, internamente, vi è un piccolo tabernacolo in stucco nel quale un tempo era collocato un bassorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino.
L'ambiente abitativo sulla destra, invece, doveva svilupparsi su due piani. Il pianoterra era diviso in due stanze molto basse e prive di finestre, probabilmente adibite a legnaia e stalla, mentre il piano superiore, di cui si conservano tracce del pavimento in cotto in prossimità delle mura perimetrali, doveva costituire il vero e proprio dormitorio.
L'unica notizia storica certa è incisa sull'architrave del portale di ingresso alla chiesa; l'iscrizione ricorda il restauro del 1748 finanziato da un tale Michele Vella.
Probabilmente la chiesa era stata danneggiata e abbandonata in seguito al terremoto del 1706. La Madonna di Coccia, insieme alla chiesa di San Germano di Pacentro, costituisce uno dei pochi esempi superstiti in Abruzzo di chiesa-rifugio-stazzo. Il luogo, infatti, era un punto di passaggio obbligato per chiunque volesse raggiungere lo stazzo del Guado di Coccia e offriva un rifugio sicuro per la notte. Nel 2009 la chiesa è stata interessata da lavori di restauro finanziati dall'Ente Parco Nazionale della Maiella.
La chiesa presenta in facciata un portale settecentesco e due finestrelle rettangolari in pietra grigia, simili a quelle di San Michele Arcangelo di Pescocostanzo, mentre, internamente, vi è un piccolo tabernacolo in stucco nel quale un tempo era collocato un bassorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino.
L'ambiente abitativo sulla destra, invece, doveva svilupparsi su due piani. Il pianoterra era diviso in due stanze molto basse e prive di finestre, probabilmente adibite a legnaia e stalla, mentre il piano superiore, di cui si conservano tracce del pavimento in cotto in prossimità delle mura perimetrali, doveva costituire il vero e proprio dormitorio.
L'unica notizia storica certa è incisa sull'architrave del portale di ingresso alla chiesa; l'iscrizione ricorda il restauro del 1748 finanziato da un tale Michele Vella.
Probabilmente la chiesa era stata danneggiata e abbandonata in seguito al terremoto del 1706. La Madonna di Coccia, insieme alla chiesa di San Germano di Pacentro, costituisce uno dei pochi esempi superstiti in Abruzzo di chiesa-rifugio-stazzo. Il luogo, infatti, era un punto di passaggio obbligato per chiunque volesse raggiungere lo stazzo del Guado di Coccia e offriva un rifugio sicuro per la notte. Nel 2009 la chiesa è stata interessata da lavori di restauro finanziati dall'Ente Parco Nazionale della Maiella.
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